Fabrizio Di Ernesto

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Monthly Archives: febbraio 2024

Venezuela, dall’opposizione atteggiamento ambiguo verso il governo

Rimane teso il clima politico in Venezuela, la piattaforma unitaria democratica dell’opposizione ha infatti annunciato di essere disposta a collaborare con il governo chavista su un programma e su una data per le elezioni presidenziali del 2024, nonché a rivedere qualsiasi proposta elettorale purché rispetti l’Accordo di Barbados, lo riferisce un comunicato diffuso dai vertici del gruppo che però non manca di criticare ferocemente il governo.

La piattaforma ha anche ribadito l’apertura a rispettare “responsabilmente” gli impegni assunti nel suddetto accordo per promuovere il rispetto delle garanzie politiche ed elettorali previste dalla Costituzione e dalle leggi venezuelane.

L’alleanza delle opposizioni ha affermato di “lavorare instancabilmente” affinché attraverso il voto si produca un cambiamento politico che porti progresso e libertà al Venezuela. “Nel corso del 2024 con i voti dei cittadini, sconfiggeremo coloro che oggi sono al potere, che rappresentano 25 anni di regressione, fame e corruzione”, continua il documento; inoltre, la piattaforma ha ribadito il suo impegno, insieme a Maria Corina Machado, candidata alla presidenza, “a creare le condizioni che favoriscano l’imminente cambiamento politico da realizzare nel quadro dell’Accordo di Barbados, che stabilisce i parametri per la costruzione di una transizione pacifica e ordinata”. Le opposizioni hanno chiesto l’annullamento immediato “delle interdizioni incostituzionali e arbitrarie che il regime fabbrica a suo piacimento e ad attivare mega giornate di registrazione e aggiornamento dei registri elettorali, dentro e fuori dal Paese, al servizio dei quasi dieci milioni di Venezuelani che hanno il diritto di registrare o aggiornare i propri dati”.

Le nuove relazioni tra Argentina e Italia ripartono dal comparto energetico

Ripartiranno dal comparto energetico le relazioni tra Italia e Argentina.

Ne è sicuro Giorgio Alliata di Montereale, presidente della Camera di commercio italiana in Argentina, che commentando la recente visita del presidente del paese indiolatino Javier Milei a Roma ha annunciato che questo tema sarà al centro di un forum bilaterale che si terrà a giugno nel nostro paese.

“Quella romana è stata un’iniziativa positiva e con molta predisposizione da parte italiana ad un’integrazione concreta e a fare business”, ha spiegato Alliata che poi ha aggiunto che “l’Europa e l’Italia hanno bisogno d’energia e l’Argentina possiede la seconda riserva mondiale di shale gas e il 21% delle riserve mondiali stimate di litio. Sono settori che creano molto appetito per gli investimenti esteri e diventa strategico quindi per l’Europa e l’Italia avere un accesso sicuro a queste risorse a prezzi ragionevoli”.

In merito al summit di giugno ha precisato “si tratta di passi importanti e concreti sui quali siamo impegnati come Camera di commercio assieme al ministero degli Esteri, all’ambasciata italiana a Buenos Aires, al governo argentino, ad Assocamerestero e alla Confindustria”.

Oltre all’energia, settori prioritari e strategici nelle relazioni bilaterali rimangono anche quelli dell’agroindustria, dell’automotive e della tecnologia.

Argentina, macchinisti in sciopero

Il sindacato dei macchinisti argentini (La Fraternidad) ha iniziato uno sciopero di 24 ore; la protesta è stata indetta per chiedere un adeguamento salariale a causa della perdita di potere d’acquisto, dovuta alla spirale inflazionistica e alle politiche di aggiustamento del governo ultralibersita del presidente Javier Milei.

“Abbiamo preso questa decisione dopo una riunione nella quale non abbiamo ricevuto offerte, né sono pervenute nostre richieste. Chiediamo che la nostra retribuzione sia adeguata al nostro tasso d’inflazione” ha spiegato il segretario generale del sindacato, Omar Maturano.

Un comunicato diffuso dall’organizzazione riferisce inoltre che la mancanza di un confronto comune e di una proposta retributiva adeguata all’inflazione dilagante “deteriora le retribuzioni – che sono di natura nutrizionale – del personale macchinista, causando loro danni irreparabili”.

Il sindacato ritiene inoltre che la Confederazione generale del lavoro argentino (Cgt) debba chiedere “una nuova misura di forza in segno di rifiuto delle misure economiche adottate dal Governo”, andando così incontro alla società e “soprattutto alla classe media”.

“Chiediamo – ha aggiunto Maturano – uno sciopero nazionale. Spero che ci ascolteremo altrimenti agiremo da soli”.

Russia e Venezuela rafforzano legami di amicizia e cooperazione

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha incontrato ieri il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, la chiacchierata ufficiale tra i due ha permesso di rafforzare i rapporti di amicizia e cooperazione tra i due paesi. Il vertice si è svolto a Caracas presso Palazzo Miraflores, sede del governo, e vi hanno preso parte anche delegazioni di entrambe le nazioni.

“Incontro fruttuoso ed eccellente con il rappresentante di Mosca, Sergei Lavrov, con il quale abbiamo parlato dei diversi ambiti delle relazioni bilaterali tra le nostre nazioni, rafforzando e consolidando l’intera mappa strategica della cooperazione globale Russia – Venezuela” ha scritto il primo mandatario bolivariano sul popolare social network X.

Durante la sua permanenza a Caracas Lavrov ha incontrato anche il suo omologo Yván Gil, ed la vicepresidente esecutiva, Delcy Rodríguez.

“Caracas e Mosca condividono una solida relazione bilaterale basata sull’amicizia e sulla solidarietà, sviluppandosi ampiamente in settori critici. In particolare, questa alleanza trova la sua espressione in piattaforme multilaterali, dove entrambe le nazioni hanno sostenuto l’articolazione di un ordine mondiale multipolare più giusto, preservando l’importanza delle Nazioni Unite e la supremazia del diritto internazionale”, riferisce una nota diffusa dal governo di Caracas.

Argentina: livello di povertà sempre più allarmante

Non funziona la cura ultraliberista del neopresidente argentino Javier Milei.

Gli ultimi dati riferiscono infatti che le persone colpite dalla povertà in Argentina a gennaio ammontano a 27 milioni, pari al 57,4% della popolazione. L’Osservatorio sociale dell’università cattolica di Buenos Aires, che ha condotto lo studio, riferisce che è il più alto dal 2004 quando i poveri erano “solamente” il 54%.

Più nel dettaglio il livello di povertà è stato pari al 44,7% nel terzo trimestre del 2023, salendo al 49,5% a dicembre fino a raggiungere il livello attuale il mese scorso; la ricerca evidenzia inoltre che i senzatetto sono ormai 7 milioni, ovvero il 15% della popolazione.

L’inquilino della Casa Rosada ha, ovviamente, scaricato questo drammatici numeri sull’esecutivo precedente ed alla eredità ricevuta dall’ex presidente Fernandez ma le prospettive per i prossimi mesi sono molto più allarmanti, tanto che già si parla di rischio di “esplosione sociale”.

A lanciare il grido d’allarme il direttore dell’Osservatorio sociale dell’università cattolica Agustin Salvia sulla base delle stime dell’inflazione arrivata al 254%. “La povertà a febbraio e marzo sarà superiore, con un picco attorno al 60%”, sostiene Salvia.

Stando ai rilevamenti dell’ateneo inoltre, “l’indigenza non è aumentata tanto come la povertà, un segno che la crisi sta colpendo soprattutto la classe media”.    Secondo Salvia, l’Argentina è in una situazione simile a quella successiva alla crisi del 2001-2002, con un concreto pericolo di un’esplosione sociale se la situazione peggiorerà ulteriormente.

Movimenti popolari dell’America indiolatina ribadiscono il sostegno alla rivoluzione bolivariana

I movimenti sociali e popolari dell’America indiolatina sono tornati ieri, domenica 18 febbraio, a ribadire il loro sostegno alla rivoluzione bolivariana che “manifesta un’autentica vocazione democratica e promuove la partecipazione popolare” e la difesa di questa “diventa un compito primario per costruire un continente giusto, libero e sovrano”.

Attraverso un comunicato, l’Articolazione continentale dei movimenti sociali e popolari verso l’ALBA ha ricordato che in Venezuela “il popolo non solo elegge i propri governanti, ma costruisce piani di governo e i loro contributi sono fondamentali per la costruzione e l’approfondimento del processo vivo della rivoluzione”

“La nostra costruzione quotidiana dell’internazionalismo proletario risale ai giorni della battaglia contro l’ALCA, che porta l’impronta e il contributo del comandante Chávez e che il compagno Maduro porta avanti con incrollabile impegno. È essenziale che per andare verso un processo di unità identifichiamo chiaramente chi sono i nostri nemici. Il nostro orientamento non può essere grigio negli attacchi contro l’imperialismo”, si legge nel documento.

Nei giorni scorsi l’ex presidente uruguagio Pepe Mujica aveva accusato Caracas di poco democrazia dopo che la vicepresidente venezuelana Delcy Rodríguez Gómez aveva denunicato il raforzamento dei legami tra Montevideo e Washington.

Brasile, indagini su vertici forze armate per tentato golpe

La Polizia federale del Brasile ha chiesto alla Corte suprema (Stf) l’apertura di un’indagine per verificare la condotta dell’ex comandante dell’Esercito, Marco Antonio Freire Gomes, e l’ex comandante dell’aeronautica militare, Carlos Baptista Junior, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla luce l’organizzazione di un tentativo di golpe per impedire l’insediamento del presidente eletto Luiz Inacio Lula da Silva da parte dell’allora presidente uscente Jair Bolsonaro, politici suoi alleati, ministri e appartenenti alle forze armate. 

Secondo l’accusa i vertici delle forze armate pur non avendo aderito al tentato colpo di Stato non solo ne sarebbero stati al corrente ma non avrebbero nemmeno fatto nulla per evitarlo.

“Anche se le prove finora raccolte nell’inchiesta indicano che i generali Freire Gomes e Baptista Junior presero posizione contro l’esecuzione del tentativo di colpo di stato avendo la funzione di agenti di garanzia rispetto alla legge avrebbero commesso il reato di omissione in atti d’ufficio”, si legge nel documento inviato alla magistratura. Tutto sarebbe nato dalle dichiarazioni del tenente colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo del presidente Bolsonaro e oggi collaboratore di giustizia che avrebbe riferito di aver informato Freire Gomes dei movimenti golpisti;  dopo la sconfitta di Bolsonaro alle elezioni, i comandanti delle forze armate pubblicarono una lettera aperta in cui difendevano la legalità dei picchetti di militanti bolsonaristi che per settimane davanti alle caserme hanno chiesto l’intervento militare per sovvertire l’esito del voto.

Rimpasto di governo in Perù

Rimpasto di governo in Perù. Per provare ad uscire dall’empasse politica del paese a causa degli ultimi scandali la presidente Dina Boluarte ha sostituto i titolari dei principali dicasteri ovvero Difesa, Economia, Energia e Miniere ed Ambiente dopo che i loro nomi sono emersi nel corso di un’indagine per presunta corruzione.

Nello specifico la Difesa passa da Jorge Chávez Cresta a Walter Astudillo Chávez; l’ex ministro è al centro di polemiche all’interno delle Forze Armate riguardanti il ​​contrabbando di armi e perfino di benzina. Il nuovo titolare dell’Economia è José Arista che prende il posto di Alex Contreras, mentre Oscar Vera Gargurevich è stato sostituito da Rómulo Mucho Mamani all’Energia. Secondo la stampa locale l’ex ministro avrebbe mentito sulla solvibilità di Petroperú, e insieme all’attuale presidente della compagnia statale l’avrebbe portata sull’orlo del baratro.

Scontro tra Venezuela e Guyana a causa della Exxon

Nuove tensioni tra il Venezuela e la Guyana dopo che il colosso petrolifero statunitense ExxonMobil ha annunciato l’intenzione di avviare entro l’anno due perforazioni esplorative al largo dell’Essequibo, l’area di 160mila chilometri quadrati ricca di petrolio, amministrata da Georgetown ma rivendicata da Caracas.   

Appresa la notizia le autorità bolivariane hanno denunciato “la dannosa campagna preparata e finanziata da Exxon, e appoggiata dalla Guyana danneggiandone l’integrità territoriale, e la sovranità nazionale”; la nota emessa dal ministero degli Esteri inoltre definisce questa decisione “un’aggressione che mira a destabilizzare la regione, violando i recenti accordi, che prevedono una soluzione senza il ricorso alle armi”. 

L’area dell’Essequibo, e soprattutto i suoi ricchi giacimenti petroliferi, sono da tempo al centro di una contesa tra i due paesi; pochi giorni fa il Brasile, che ha in comune con i due paesi una parte di confine e che lavora ad una mediazione ha inviato ai suoi confini 28 mezzi corazzati “pronti alla mobilitazione  e con un’elevata potenza di fuoco”, mentre Washington, che da sempre considera il continente indiolatino il proprio giardino di casa, ha annunciato la fornitura di nuovi aerei, elicotteri, droni militari e tecnologia radar a Georgetown, dopo che il Centro statunitense di studi strategici e internazionali ha segnalato – col supporto di immagini satellitari – il rafforzamento di una base militare venezuelana sull’isola di Ankoko, in prossimità dell’area interessata.

Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino Lopez ha fatto sapere che qualsiasi provocazione da parte del Comando Sud degli Stati Uniti (Southcom) riceverà una “risposta proporzionata”.  

Argentina, battuta d’arresto per la legge omnibus di Milei

Battuta d’arresto per le legge omnibus del presidente argentino Javier Milei. La Camera dei deputati ha infatti reinviato il testo in commissione che ora dovrà nuovamente esaminare il testo ultraliberista.

Nella giornata di ieri i deputati hanno approvato sei articoli della controversa legge dopo di che hanno aggiornato la seduta a causa della mancanza di consenso tra il partito del presidente e gli altri.

Nello specifico la maggioranza non aveva i voti necessari per approvare gli articoli più controversi come la privatizzazione delle aziende pubbliche, la riforma della legge sul sostegno del debito e l’aggravamento delle sanzioni per limitare le proteste sociali.

Il testo, che inizialmente prevedeva 650 articoli poi ridotti a 350, è stato approvato venerdì scorso nella votazione generale, mentre ieri è iniziata la trattazione articolo per articolo, punto per punto, di revisione di ciascuno degli assi per determinare se questo pacchetto di leggi sarà approvato o meno. Allo stesso modo, è stato approvato il conferimento di alcuni poteri al presidente, ma nel corso del pomeriggio i toni sono cambiati e hanno cominciato ad arrivare rifiuti e smentite, finché a un certo alla maggioranza sono iniziati a mancare i voti.

Il deputato Diego Julio, del blocco Unión por la Patria, ha dichiarato: “Ciò che ha fatto La Libertad Avanza con i suoi alleati è stato far crollare la legge. Le leggi sono ponti, dobbiamo generare dialogo e, soprattutto, dobbiamo parlare con chi paga le conseguenze delle leggi”. Il presidente Javier Milei ha appreso la notizia mentre si trova in Israele per una visita ufficiale.