Fabrizio Di Ernesto

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Monthly Archives: gennaio 2023

Ancora un morto in Perù

Si registra ancora in morto in Perù a causa delle manifestazioni contro il governo.

Le autorità locali hanno infatti confermato che un uomo è rimasto ucciso negli scontri avvenuti sabato nella capitale Lima dove si sono registrati anche diversi feriti nel corso delle manifestazioni per chiedere le dimissioni del presidente designato Dina Boluarte.

“Siamo dispiaciuti per la morte di Víctor Santisteban Yacsavilca” recita una nota dell’organizzazione Defensoria del pueblo de Perù.

Quello di sabato è il primo morto registrato nella Capitale a causa delle manifestazioni iniziate lo scorso dicembre per chiedere ed ottenere le dimissioni di Boluarte, nominato dal Congresso, dopo la destituzione di Pedro Castillo dalla presidenza costituzionale. Sempre sabato ci sarebbe almeno un’altra persona rimasta gravemente ferita a causa delle manifestazioni attualmente in cura presso  l’ospedale Guillermo Almenara.

L’organizzazione non governativa (Ong) Coordinadora nacional de derechos humanos (Cnddhh) ha denunciato che la polizia ha picchiato coloro che si trovavano alla porta dell’ospedale Grau, oltre ad essere entrata nel centro sanitario “per arrestare un manifestante”.

“La repressione della polizia lascia un morto e diversi feriti da colpi alla testa nel centro di Lima. Il tipo di ferite prova che obbediscono agli ordini. Informiamo di aver segnalato l’accaduto alla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidhe agli uffici delle Nazioni Unite in Perù”, ha precisato l’Ong sul proprio account Twitter.

Dall’inizio delle proteste sociali in Perù si sono registrati più di 60 morti e decine di feriti e arresti a seguito della repressione da parte della polizia e delle forze di sicurezza militari.

Perù: polizia ed esercito per sgombrare le strade

Il governo peruviano ha annunciato che saranno utilizzate le forze di sicurezza per liberare le strade che sono state bloccate dai manifestanti in tutto il paese nel corso delle proteste contro il presidente Dina Boluarte.

Attraverso un comunicato congiunto, i ministeri della Difesa e dell’Interno hanno riferito che la Polizia peruviana, con il supporto delle Forze Armate, sgombreranno le strade e le autostrade dichiarate in stato di emergenza.

“Chiediamo – si legge nel comunicato – a chi persiste in queste misure illegali di desistere, consentire lo sblocco pacifico delle strade ed evitare scontri con le forze dell’ordine che agiranno in difesa della legalità”.

Il provvedimento è stato annunciato mentre era in corso una mobilitazione nella capitale peruviana a cui hanno partecipato migliaia di persone provenienti da altre regioni del Paese, per chiedere le dimissioni della presidente Boluarte.

Nel frattempo, il Coordinatore nazionale dei diritti umani in Perù (Cnddhh) ha presentato un rapporto sugli abusi commessi dalle forze di sicurezza peruviane, nel quadro delle manifestazioni antigovernative. Il documento, in nove punti, denuncia l’uso di munizioni come pallini di metallo e proiettili contro i manifestanti oltre ad episodi di tortura tra cui percosse ai cittadini detenuti e la loro esposizione al freddo senza riparo. Il Cnddhh ritiene anche l’esercito responsabile del massacro avvenuto ad Ayacucho il 15 dicembre 2022 e hanno avvertito che lo stato di emergenza e la militarizzazione favoriscono la violazione dei diritti umani. Secondo l’organizzazione, più di mille peruviani sono stati feriti a causa della repressione della polizia e dei militari nelle ultime proteste in quel paese.

Il Venezuela riparte. Rafforzate relazioni con Messico ed Argentina

A quattro anni distanza dal tentato golpe atlantico di Guaidò, il Venezuela, di Nicolas Maduto sembra pronto per tornare a recitare un ruolo di primo piano nel continente indiolatino.

Nell’ambito del VII Vertice dei Capi di Stato e di Governo della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac), che si è tenuto a Buenos Aires, il Ministro degli Esteri del Venezuela, Yván Gil, ha incontrato nella città di Buenos Aires i suoi omologhi del Messico, Marcelo Ebrard, e dell’Argentina, Santiago Cafiero, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti di cooperazione con le due nazioni.

“Riaffermiamo la volontà dei nostri governi di continuare a lavorare per il rilancio dell’agenda bilaterale” ha riferito Gil aggiungendo: “a coronamento della nostra presenza al VII Vertice CELAC, abbiamo tenuto un incontro con Cafiero, ed abbiamo espresso congratulazioni e gratitudine per l’organizzazione dell’evento e abbiamo affrontato temi del nostro rapporto bilaterale insieme alle nuove sfide in regione”.

Dopo la vittoria elettorale di Lula in Brasile, ed il ritorno dei peronisti in Argentina sembra essere tornato a spirare un vento nuovo nel continente indiolatino che potrebbe non solo rafforzare la cooperazione tra i paesi dell’area ma anche nel resto del globo alterando gli equilibri attuali.

Perù, oggi marcia per chiedere le dimissioni del presidente Boularte

Migliaia di peruviani scenderanno oggi, martedì 24 gennaio, in strada per una grande marcia nazionale nella quale invocheranno le dimissioni del presidente designato Dina Boluarte; la popolazione, tra l’altro imputano al capo dello stato la repressione delle proteste che hanno provocato l’assassinio di oltre 60 persone.

Studenti, campesinos, indigeni e vari settori della società civile, si raduneranno in plaza 2 de mayo nella capitale Lima, anche se proteste simili sono previste un po’ in tutto il paese.

Il presidente dell’Assemblea regionale dei giovani di Cusco, Mauro Marucho, ha dichiarato che la repressione poliziesca “si fa sempre più acuta, si contano 62 morti per colpi di proiettili”.

“Come peruviano – ha aggiunto – mi dispiace che un governo dittatoriale arrivato a sparare sulla folla, stia cercando di calmare il paese. Ecco perché i nostri fratelli di tutto il paese, di tutti i dipartimenti, hanno deciso di venire nella capitale Lima per poter denunciare gli abusi e la repressione”.

Dopo l’arresto del presidente Pedro Castillo, destituito il 7 dicembre dal Congresso, che ha nominato al suo posto Boluarte, i peruviani si sono mobilitati per respingere quello che considerano un golpe contro la democrazia. Il nuovo governo però ha cercato di reprimere le proteste con la violenza delle forze di polizia.

Rappresentanza Ue parteciperà a vertice Celac

Una rappresentanza dell’Unione europea parteciperà al vertice della Comunità degli Stati latinoamericani e dei Caraibi (Celac), che si aprirà domani, martedì 24 gennaio, a Buenos Aires. Nell’ottica di Bruxelles questa potrebbe essere una nuova occasione per potenziare l’agenda tra le due regioni su energia, ambiente e consolidamento democratico.

Al summit parteciperà infatti anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, presenza che segue a poca distanza la visita dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell dell’ottobre scorso alla riunione dei ministri degli Esteri della Celac.   

Attualmente, come ricordato da Borrell, “l’Ue è la terza destinazione delle esportazioni latinoamericane e principale investitore nella regione, con accordi politici e commerciali con 27 dei 33 Paesi dell’area. Una regione a cui l’Europa deve dare l’attenzione strategica che merita”, con cui cooperare su temi globali come le questioni alimentare, energetica, la sicurezza e l’ambiente. Una partnership, che sempre per Borrell può contribuire “a rafforzare l’autonomia strategica di entrambe le regioni e a forgiare un’alternativa al sistema internazionale basato sulla rivalità tra Cina e Stati Uniti”.   

Negli equilibri tra Europa ed America indiolatina la rielezione di Luiz Inacio Lula da Silva (Pt) in Brasile, potrebbe essere un vantaggio; il primo mandatario brasiliano infatti spinge per una politica di salvaguardia comune dell’Amazzonia che coinvolga le otto nazioni sudamericane che condividono la responsabilità  di preservare il cosiddetto polmone del mondo (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù , Venezuela, Guyana, Guyana francese e Suriname), un aspetto che sta a cuore anche a Bruxelles. Anche in termini di approvvigionamento energetico l’America Latina ha molto da offrire. In particolare l’Europa è interessata sia alle potenzialità di approvvigionamento del vertiginoso sviluppo del bacino non convenzionale di Vaca Muerta, nella Patagonia argentina (seconda riserva di shale gas al mondo), sia alla possibilità di riaprire i canali delle forniture di petrolio dal Venezuela. Nel caso di Vaca Muerta l’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo delle costose infrastrutture necessarie al trasporto oltreoceano del gas patagonico sotto forma di gnl (gas naturale liquefatto). Nel caso del Venezuela, il tema dell’energia si intreccia invece con quello dello stato di diritto, col sostegno Ue al processo di dialogo tra governo e opposizione attraverso il cosiddetto Gruppo di contatto.

Argentina, ribadita importanza gasdotto Néstor Kirchner

Il primo mandatario argentino Alberto Fernández, ha sottolineato giovedì l’importanza del gasdotto President Néstor Kirchner situato nella città di Doblas, nella regione della Pampa.

“Si tratta – ha spiegato – di un’opera centrale per il futuro dell’Argentina che ci garantirà di avere il gas che abbiamo dovuto importare per tutto questo tempo, perdendo valuta estera e risorse che possiamo utilizzare nella produzione e nel lavoro, che è ciò che conta di più per noi”.

Fernández ha parlato in occasione dell’avvio di un impianto di saldatura automatizzata di ultima generazione, utilizzato per la prima volta nel paese indiolatino, un sistema che, secondo gli esperti, alle imprese impegnate in questo progetto di raggiungere i livelli di produttività necessari per rispettare le tempistiche.

Il presidente ha anche ricordato l’importanza dell’investimento effettuato dagli imprenditori argentini per introdurre questa tecnologia in vista del suo completamento entro la metà del 2023, e permettere al gasdotto di continuare il suo percorso fino a Santa Fe da dove il gas sarà portato nel nord del paese ed anche in Brasile. Questo strumento, importato dagli Usa un livello produttivo e qualitativo costante e sarà utilizzato nelle sezioni uno e due del progetto, la più estesa; nello specifico si tratta del principale progetto energetico commissionato in Argentina negli ultimi 40 anni e amplierà la capacità del sistema di trasporto del gas naturale del 25%. Con un’estensione totale di 573 chilometri, farà risparmiare più di 2,9 milioni di dollari ogni anno e garantirà 10milaposti di lavoro diretti e altri 40mila per l’indotto tra la costruzione e l’aumento della produzione.

Bolivia, presidente Arce esalta potenziale economico del paese

Luis Arce Catacora, presidente della Bolivia, è tornato a parlare della situazione economica del suo paese che continua a crescere nonostante un contesto avverso.

Il primo mandatario del paese indiolatino ha spiegato: “Di fronte a un rallentamento economico globale, la nostra economia si sta rafforzando. Nel 2022, le riscossioni fiscali dal mercato interno sono cresciute del 17% rispetto al 2021, raggiungendo i 32.239 milioni di Bs (più di quattro miliardi di dollari)”.

Sempre Arce ha poi evidenziato come secondo l’indice dei prezzi al consumo del 3,12, La Paz ha chiuso con l’inflazione più bassa della regione, un risultato raggiunto grazie al modello economico sociale della comunità produttiva.

I risultati raggiunti dall’economia boliviana negli ultimi mesi hanno fatto sì che il ministro dell’economia Marcelo Montenegro ottenesse dalla rivista The Banker il titolo di “Finanza dell’anno dell’America”, per quanto realizzato. Tra i risultati evidenziati dalla testata il controllo dell’inflazione e la ripresa economica del 4,13% rispetto al Prodotto interno lordo (Pil) dell’anno precedente. Il tutto al netto di una economia che tra il covid ed il governo golpista si era contratta dell’8,7%.

Brasile, sono 39 le persone incriminate per tentato golpe

L’ufficio del procuratore generale del Brasile ha formalmente incriminato 39 persone ritenute coinvolte a vario titolo nelle rivolte contro la sede del governo che si sono verificate lo scorso 8 gennaio, quando i sostenitori di Bolsonaro hanno cercato di rovesciare il governo di Lula da Silva.

Per quanto riguarda i reati ascritti agli indagati, si tratta di tentato colpo di stato, associazione per delinquere e danneggiamento del patrimonio nazionale.

Il viceprocuratore generale, Carlos Frederico Santos, coordinatore del Gruppo strategico per la lotta agli atti antidemocratici, ha presentato la denuncia su richiesta della presidenza del Senato. Chiesta anche la carcerazione preventiva degli imputati “per evitare che vengano commessi nuovi crimini violenti contro lo Stato di diritto democratico”, si legge in un comunicato del Pubblico Ministero.

In seguito ai disordini, secondo i media locali, attualmente sarebbero in corso ben sette diverse inchieste. In seguito al tentato golpe sono state arrestate circa 1.800 persone anche se un terzo di queste è poi stato rilasciato per motivi umanitari.

Perù nel caos, dichiarato lo Stato di emergenza

In Perù è sempre più grave la crisi politica e sociale che ha investito il paese.

Per arginare le proteste l’esecutivo ha ora decretato lo stato d’emergenza. Nelle ultime cinque settimane sono stati registrati almen42 morti per via delle manifestazioni contro la presidente Dina Boluarte; una situazione che sta avendo ripercussioni negative anche sul turismo con numerose disdete da parte di stranieri che stanno costando alla nazione indiolatina milioni di dollari.

La decisione arriva dopo l’annuncio di nuove imminenti mobilitazioni verso la capitale, Lima, per il timore di nuovi scontri. Il provvedimento, della durata di 30 giorni, riguarda le regioni di Lima, Cusco, Callao e Puno, e autorizza i militari a intervenire  in supporto alla polizia per mantenere l’ordine pubblico. La misura sospende inoltre i diritti di inviolabilità del domicilio e di transito nel territorio nazionale.   

Questa scelta punta a frenare i disordini iniziati il 7 dicembre, quando la vicepresidente Boluarte ha preso il posto del presidente Pedro Castillo esautorato. Il capo dello stato è stato destituito dal Congresso guidato dall’opposizione di destra con una procedura di impeachment per “incapacità morale”, poche ore dopo un tentativo di golpe. Castillo aveva infatti annunciato lo scioglimento del Parlamento, il coprifuoco e l’istituzione di un governo di emergenza con la soppressione delle garanzie costituzionali. 

Già nelle scorse settimane, nel tentativo di placare le proteste Boluarte – che i manifestanti ritengono una traditrice del socialismo – ha anticipato il voto a dicembre 2023, ma i movimenti di protesta chiedono che la presidente lasci subito e reclamano la libertà di Castillo, ora in carcere per ribellione.   

Terre rare, la Svezia si ritrova un tesoro in casa

Una scoperta che a breve potrebbe cambiare gli equilibri economici mondiali. La Svezia ha infatti annunciato di aver trovato nella regione settentrionale di Kiruna un maxi giacimento da oltre un milione di tonnellate di terre rare, ovvero i 17 metalli essenziali alla produzione di un’ampia gamma di componenti elettronici e microchip, da quelli che fanno funzionare tv e cellulari fino alle turbine eoliche, ai pannelli fotovoltaici e alle auto elettriche. Si tratta del maggior giacimento del genere mai scoperto nel Vecchio continente.

A fare la scoperta la società mineraria Lkab di proprietà pubblica. Dandone notizia l’amministratore delegato del gruppo Jan Moström ha spiegato: “Questo è il più grande giacimento di terre rare conosciuto nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un importante tassello per la produzione di materie prime critiche, assolutamente cruciali per la transizione verde”. Con la dicitura terre rare vengono indicati 17 elementi chimici tra cui il cerio (Ce), il disprosio (Dy), erbio (Er), europio (Eu), gadolinio (Gd), olmio (Ho), il lantanio (La),  e il samario (Sm). Tra le loro proprietà ci sono quelle magnetiche e conduttive, che hanno consentito, ad esempio, la riduzione delle dimensioni di molti dispositivi elettronici. Le riserve mondiali di terre rare si trovano in tutto il mondo, ma sono particolarmente diffuse in Cina, Brasile e Russia. La Cina è il principale produttore e a Baotou si trova il suo più grande giacimento.