Fabrizio Di Ernesto

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Terra sacra e guerriglia

16 novembre

Nicaragua, ancora scontri e arresti nelle proteste

È di circa 40 arresti il bilancio delle proteste di ieri, domenica 14 ottobre, in Nicaragua organizzate dalle opposizioni al governo di Daniel Ortega che hanno provocato nuovi disordini.

La marcia di ieri è stata la prima convocata dalla nuova formazione Unità nazionale blu e bianco ma non aveva ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte della polizia locale; i fermati, 38 persone in tutto, sono accusate di “aver convocato e partecipato a una manifestazione pubblica senza il dovuto permesso della polizia, disturbando la pace”. Gli arresti sono stati condannati da diversi organismi internazionali, così come dalla conferenza episcopale locale e da alcune capitali regionali.

I nuovi fermi hanno rilanciato le polemiche contro il presidente Ortega.

Luis Almagro, segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) ha chiesto “al governo del Nicaragua di liberare i manifestati arrestati, rispettare il diritto alla protesta pacifica nel paese, interrompere la repressione e ogni tipo di intimidazione contro leader politici e la popolazione civile”. Posizione condivisa anche dall’Unhchr, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Il paese centroamericano vive da circa un anno una situazione molto delicata, con una serie di manifestazioni promosse contro una riforma delle pensioni ritenuta penalizzante per i contribuenti. Le proteste si sono presto trasformate in una più generica richiesta di cambio nella vita democratica del paese. Il governo sandinista ha ritirato il progetto di riforma ma le proteste sono continuate sfociando in ulteriori violenze. Secondo l’Associazione del Nicaragua per i diritti umani (Anpdh) sono 512 le persone uccise nelle proteste antigovernative iniziate lo scorso aprile nel paese. Un numero di molto superiore a quello finora riconosciuto dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), che parla di 322 vittime. L’Anpdh fa salire anche il numero dei feriti portandolo a 4.062, e denuncia 1.428 rapimenti da parte di gruppi armati parastatali.