Nucleare iraniano: gli Usa potrebbero rientrare
Gli Usa potrebbero rientrare nell’accordo sul nucleare iraniano siglato nel 2015 e da cui erano usciti due anni più tardi per volontà dell’ex presidente Donald Trump.
Al termine dei nuovi colloqui che si sono tenuti a Vienna il capo della delegazione russa, l’ambasciatore Mikhail Ulyanov, in uno slancio di ottimismo ha infatti auspicato che entro tre settimane possano essere concluse le trattative.
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Colombia: denunciata repressione in diverse città del paese
Le organizzazioni sociali colombiane hanno denunciato domenica notte nuove azioni repressive da parte delle forze di sicurezza colombiane ai danni di civili e manifestanti in varie città del Paese. Secondo quanto riferito le azioni più violente si sarebbero verificate nella città di Palmira, nel dipartimento della Valle del Cauca nella zona ovest del paese, dove sarebbero scomparse più di 30 persone ed almeno tre sarebbero morte.
Le manifestazioni sono scaturite dalla riforma fiscale annunciata dal presidente Duque che a causa delle proteste ha ora deciso di ritirarla.
A causa delle violenze di Palmira e Cali, i manifestanti hanno chiesto la presenza di organizzazioni per i diritti umani per verificare le violazioni commesse da membri dell’Esercito e della Squadra mobile antisommossa (Esmad); seconde le accuse l’esercito non avrebbe permesso nemmeno di aiutare i feriti.
Secondo l’Istituto di studi per lo sviluppo e la pace (Indepaz), che ha raccolto informazioni da varie organizzazioni per i diritti umani e sindacati, nella città di Cali ci sono stati almeno 10 omicidi di cittadini che si sono mobilitati.
Da parte sua, l’organizzazione Defender La Libertad ha precisato che tra il 28 aprile e il I maggio ci sono stati 21 omicidi, 503 arresti (per lo più arbitrari), 10 casi di violenza sessuale da parte di poliziotti contro donne, 42 casi di abusi contro difensori dei diritti umani, 208 feriti e 18 manifestanti con lesioni agli occhi.
I primi 100 giorni di Joe Biden
«Cento giorni fa ho ereditato un Paese in crisi. Dopo cento giorni, l’America è di nuovo in cammino». Così ha esordito il presidente statunitense Joe Biden, nella sua prima apparizione davanti al Congresso dopo la sua nomina per sottolineare i risultati raggiunti in poco più di tre mesi di amministrazione democratica.
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