Fabrizio Di Ernesto

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Monthly Archives: febbraio 2021

Perché il Congo fa gola a tutti

L’uccisione dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio e del Carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista ha tristemente riportato il Congo sulle prime pagine dei giornali.

Nel Congo è da tempo in corso una guerriglia che ha come obiettivo finale non la pacificazione del paese ma il controllo delle tante ricchezze del sottosuolo, una storia purtroppo fin troppo frequente in Africa e non solo.

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Messico: via libera alla riforma dell’industria elettrica

Via libera in Messico alla riforma dell’industria elettrica che ha ottenuto 304 voti a favore e 179 contrari, mentre quattro deputati si sono astenuti.

La riforma è stata proposta dal presidente Andrés Manuel López Obrador (Amlo) e nel dettaglio assegna alla società statale Federal Electricity Commission (CFE) maggiore peso nella gestione del settore elettrico della nazione.

Con la riforma di fatto viene cancellata la politica di privatizzazione promossa dall’ex presidente Enrique Peña Nieto, esponente del Insitutional Revolutionary Party che ha guidato il Paese nel biennio 2012-2018.

A sostenere la riforma sono stati gli esponenti dei partiti Morena, Labour Party e Social Meeting. Dopo il via libera generale ora la discussione proseguirà alla Camera con l’esame dei singoli provvedimenti.

Il vicepresidente Gerardo Fernández Noroña ha sottolineato che la proposta del capo dello stato cerca di recuperare le risorse spiegando: “Il compagno presidente ha detto che non è venuto per rubare, ma per restituire tutto, ed è quello che facciamo con questa riforma: recuperare il Cfe per le persone e servirle”. La riforma mira a dare allo Stato un maggior controllo sull’energia prodotta dagli impianti idroelettrici, a quella generata dalle centrali di proprietà del Cfe (nucleare, geotermica, a ciclo combinato e termoelettriche), oltre a quella derivata da parchi eolici e solari.

Nuovo scambio di accuse tra Colombia e Venezuela

“Maduro è un nemico della pace locale”. Con queste parole il colombiano Miguel Ceballos, Alto Commissario per la Pace tra Bogotà e le Farc torna a rilanciare la polemica tra la Colombia e il Venezuela.

“Nicolas Maduro e la sua dittatura stanno diventando i peggiori nemici dell’attuazione della pace in Colombia” ha precisato Ceballos commentando un video dove si vede il militante Farc Julian Chollon che dice: “Un saluto fraterno e rivoluzionario da parte di quelli di noi che sono qui. Saluti dai livelli superiori della leadership del fronte Acacio Medina, che sono presenti in questo settore di questa amata terra venezuelana, questa terra sorella venezuelana”; nel suo intervento l’esponente colombiano ha ricordato anche che il presidente Ivan Duque ha denunciato in varie sedi internazionali, tra cui “la stessa Assemblea delle Nazioni Unite”, la presunta presenza in territorio venezuelano di membri dei dissidenti e del gruppo guerrigliero Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), con il presunto consenso delle autorità di quel paese.

Secondo le autorità colombiane Maduro collabora con i gruppi armati che infestano la Colombia.

Le accuse colombiane arrivano dopo che la scorsa settimana Maduro aveva accusato la Colombia di aver abbandonato i 2.200 chilometri di confine comune, i cui valichi sono stati chiusi dall’inizio del 2020, lasciandoli nelle mani delle “mafie”.

Il Venezuela, insieme al Cile, è stato un facilitatore dell’accordo di pace tra il governo di Juan Manuel Santos e le ex FARC, mentre Cuba e Norvegia hanno svolto il ruolo di garanti. Il presidente colombiano Ivan Duque ha parlato del Venezuela lo scorso lunedì durante il suo intervento nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, rinnovando il suo sostegno alla Missione internazionale indipendente che ha più volte denunciato gravi violazioni dei diritti umani nel paese chavista.

America latina: al via oggi visita del presidente argentino Fernandez in Messico

Si apre oggi la visita ufficiale del presidente argentino Alberto Fernandez in Messico che si fermerà nel paese centroamericano fino al 24 e parteciperà anche alle celebrazioni delle feste nazionali messicane. Al centro del viaggio l’incontro con l’omologo messicano Andrés Manuel López Obrador (Amlo).

Secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri messicano, il presidente Fernández parteciperà alla commemorazione del Bicentenario della Promulgazione del Piano Iguala e del Flag Day che si svolgerà a Guerrero, nel suo ultimo giorno di visita.

Nel corso dell’incontro tra i due capi di Stato saranno discusse questioni di interesse bilaterale, regionale e multilaterale, su tutti la storica collaborazione per produrre, confezionare e distribuire vaccini contro il Covid-19.

Nel corso della visita il presidente argentino sarà dichiarato Ospite illustre di Città del Messico e il Senato della Repubblica terrà una sessione solenne in suo onore.

Tra Fernandez ed il Messico sembra esserci un legame speciale, suggellata dall’alleanza forgiata nel novembre 2019 quando si recò in Messico come presidente eletto, nel suo primo viaggio ufficiale in qualità di presidente eletto.

Oltre che dal presidente Fernandez la delegazione argentina è composta, tra gli altri, dal Ministro dell’Economia, Martín Guzmán, dal Ministro degli Esteri Felipe Solá e dal Vice Capo di Gabinetto, Cecilia Todesca.

La Cina primo partner commerciale dell’Europa

L’economia cinese è più forte del Covid-19. Nel corso del 2020 infatti Pechino è diventato il principale partner commerciale dell’Unione Europea.

Lo scorso anno le esportazioni e le importazioni tra il colosso asiatico ed i paesi Ue sono ancora aumentate nonostante la crisi economica derivante dalla pandemia legata al Coronavirus.

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Bolivia restituirà a Fmi prestito concesso a presidente Áñez

La Bolivia ha annunicato l’intenzione di restituire al Fondo Monetario Internazionale (Fmi) il prestito di 346,7 miliardi di dollari, giunto a 351 milioni con gli interessi dal presidente ad intermin Jeanine Áñez nel periodo in cui ha governato il paese dopo il rovesciamento di Evo Morales.

Ad annunciarlo è stata la BCB, Banca centrale di Bolivia tramite una nota in cui riferisce che la decisione è stata presa “in difesa della sovranità economica del Paese e nel rispetto della Costituzione politica dello Stato (Cpe), ha restituito 346,7 milioni di dollari USA all’FMI, equivalenti a 240,1 milioni di diritti speciali di prelievo (Dsp), che era gestito in modo irregolare dal governo de facto”.

Sempre nel documento i vertici della banca hanno sottolineato che il credito condiziona una serie di imposizioni fiscali, finanziarie, monetarie e di cambio e “non è conforme alle disposizioni degli articoli 158 e 322 della Costituzione politica dello Stato e di altre normative correlate in vigore, violando la sovranità e diversi fattori economici del paese”.

Sempre all’interno del comunicato la Bcb sottolinea di essere rimasta in contatto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze Pubbliche (Mefp) per agire contro gli ex funzionari che hanno agevolato questi prestiti nonostante le leggi del paese.

Il Mdfp, da parte sua, ha spiegato che “a causa delle irregolarità osservate nel credito Fmi, quest’ultimo non può autorizzare alcun pagamento che la Bcb potrebbe richiedere o eseguire al Tesoro Generale della Nazione (Tgn) e ha suggerito di intraprendere le azioni necessarie al fine di salvaguardare e rispettare le risorse dello Stato”.

Sigonella: in arrivo nuovi droni per estendere raggio sorveglianza Nato

Arriveranno nella base militare siciliana, ma di proprietà statunitense, di Sigonella, cinque nuovi droni che permetteranno alla Nato di estendere il raggio di sorveglianza della Nato.

Nelle intenzioni dell’Alleanza atlantica questi nuovi velivoli permetteranno di raccogliere informazioni dall’Artico all’Africa occidentale. Nel dettaglio questi mezzi senza piloti andranno ad arricchire la dotazione dell’Alliance Ground Surveillance presso la Naval Air Station della “Piccola Saigon” come i militari yankee chiamano la base.

“Questi sono tra i droni da ricognizione più avanzati al mondo, che forniscono intelligence, sorveglianza e ricognizione di livello mondiale all’Alleanza”, ha spiegato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

L’aereo senza pilota RQ-4D, ordinato per la prima volta nel 2012, è collegato al drone Global Hawk Block 40 dell’Aeronautica Militare statunitense per alta quota e lunga durata, ma modificato secondo le specifiche Nato. Questi nuovi velivoli a pilotaggio remoto possono volare per più di 30 ore alla volta, il che consente alla Nato di “coprire l’intera area euro-atlantica, dall’estremo nord al Sahel, dal Medio Oriente all’Atlantico”, ha aggiunto Stoltenberg. “Con cinque droni, possiamo monitorare due regioni tutto il giorno”, ha detto.

“Ci consentiranno di monitorare vaste aree dal cielo, fornendo in qualsiasi momento un quadro completo delle condizioni del suolo. Possono persino identificare ordigni esplosivi improvvisati” ha concluso. Negli ultimi anni, il blocco militare ha intensificato le sue capacità di ricognizione e sorveglianza, specialmente nelle aree in cui la Nato era preoccupata per una potenziale aggressione russa. Gli Stati Uniti hanno droni d’attacco di stanza in Polonia e lo scorso gennaio hanno iniziato una missione con droni MQ-9 Reaper dell’Air Force in Romania.

Ecuador: deciso riconteggio per decidere chi andrà al ballottaggio per la presidenza

Il Consiglio elettorale nazionale dell’Ecuador ha deciso di avviare il riconteggio dei voti per stabilire chi andrà al ballottaggio per la presidenza data la piccola differenza di voti registrata tra Guillermo Lasso, nominato dai partiti Creo e Cristiano sociali, e il candidato di Pachakutik, Yako Pérez; chi risulterà vincitore andrà a sfidare il socialista Andres Arauz.

Lasso ha subito annunciato di prendere le distanze dall’accordo per il riconteggio dei voti, perché lo considera fuori legge, mentre Pérez ha criticato la posizione del candidato dell’alleanza CREO-PSC, sostenendo di essere l’unico a poter sconfiggere Arauz, inoltre ha anche accusato Lasso di “aver co-governato negli ultimi 4 anni con il peggior governo, quello di Moreno”.

Lasso, da parte sua chiede che venga subito ufficializzato il risultato che lo vede avanti per un pugno di voti temendo che il riconteggio lo veda sconfitto.

Le elezioni del 7 febbraio sono state vinte dal candidato alla presidenza dell’alleanza di opposizione Union for Hope (Unes), Andrés Arauz, con il 32,06 per cento, e si aspetta un avversario per il secondo turno, previsto per il prossimo 11 aprile. Qualunque dovesse essere l’esito del riconteggio c’è il rischio che lo sconfitto non riconosca il risultato e mini il processo democratico nel paese.

Libri. America latina: le sfide del XXI secolo

All’inizio della sua tercera decada è indispensabile che il continente latinoamericano sposi, in primis, un modello economico alternativo, ecologico, sostenibile, centrato sullo sfruttamento delle energie rinnovabili e non più sul boom delle materie prime, capace di garantire nuovi spazi occupazionali, non più alla mercede delle arbitrarie leggi fondate unicamente sulla remunerazione del capitale”.

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I Dem ossessionati da Trump ci riprovano con l’impeachment

Dopo aver già fallito nei mesi scorsi i Democratici statunitensi tornano a percorrere la strada della «messa in stato d’accusa» (impeachment) nei confronti dell’ex presidente Donald Trump.

Il dibattito iniziato ieri in Senato ha visto la maggioranza dei senatori votare la costituzionalità del processo, respingendo la tesi secondo cui il Congresso non potrebbe decidere la condanna o meno di un ex presidente.

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