Argentina favorevole ad una maggiore integrazione per i paesi Mercosur
L’Argentina sostiene una maggiore integrazione tra i paesi indiolatini che aderiscono al Mercosur, il mercato comune dell’America del sud. Il presidente del Parlasur, il parlamento dell’organizzazione, l’argentino Oscar Laborde ha affermato: “Vogliamo dare un segnale da parte dell’assemblea che deve essere un attore protagonista nel momento che sta vivendo la nostra regione”.
In precedenza il ministro degli Esteri argentino, Felipe Solá, aveva espresso l’interesse del proprio governo a coinvolgere maggiormente il Parlasur nell’agenda regionale del continente, dopo l’ultima riunione del consiglio del parlamento.
Su toni simili si era espresso anche Sergio Massa, presidente della Camera dei deputati di Buenos Aires che aveva indicato nella diplomazia parlamentare “il mezzo e lo strumento per relazionarsi con la regione ed il mondo”.
Nel suo intervento Laborde ha poi ricordato come uno dei piani politici ipotizzati dal presidente argentino Alberto Fernandez prevede proprio che l’agenzia collabori maggiormente nei processi politici dei paesi che aderiscono al Mercosur.
Nella pianificazione delle attività per il 2020 il Parlasur ha inserito tra quelle prioritarie proprio “il rafforzamento della democrazia e dei meccanismi di integrazione regionale come il Mercosur ed il Celac, la Comunità degli stati latinoamericani e dei caraibi.
Consegnata all’Ambasciatore tedesco Viktor Elbling l’Aguila Azteca
Nella cornice dell’Ambasciata del Messico a Roma è stata consegnata nella giornata di ieri, martedì 25 febbraio, a S.E. Viktor Elbling, rappresentante diplomatico di Berlino a Roma, l’Aguila Azteca, la più alta onorificenza del paese indiolatino.
Ad officiare la cerimonia l’Ambasciatore messicano Carlos Garcia de Alba che, nel suo intervento, ha ricordato il ruolo svolto dal suo omologo tedesco nei rapporti tra Berlino e Città del Messico.
Prima di giungere a Roma, quasi due anni fa, Elbling aveva svolto il suo ruolo proprio in Messico, lasciando un ricordo molto forte in tutti coloro che hanno collaborato con lui tra il 2014 ed il 2018 e ricordando quegli anni ha sottolineato: “Il Messico è uno di quei posti che non ti lasciano più, che non ti lasciano andare, una volta che sei stato lì non puoi dimenticarlo”.
“Il Messico – ha poi continuato il diplomatico tedesco – mi ha sempre interessato molto, i tanti oceano artisti di fama mondiale del paese, i muralisti, alcuni pittori, scrittori come Octavio Paz, Carlos Fuentes. Ho avuto la fortuna di incontrare così tanti amici, così tanti insegnanti”.
In merito ai rapporti tra Berlino e Città del Messico García de Alba, ha ricordato su tutti la birra e il Maggiolino Volkswagen. “Il Vocho – ha spiegato – la Volkswagen, che è stato uno sviluppo rivoluzionario dell’industria automobilistica che ha cambiato la vita in ampi settori della popolazione tedesca e del mondo, in Messico, è diventato qualcos’altro, un vero protagonista di momenti affascinanti per milioni di persone dei messicani”.
In merito all’Aguila Azteca, questa onorificenza, la più importante tra quelle messicane, viene assegnata a chi costruisce ponti per avvicinare i due paesi.
Iran: alle elezioni vince l’astensione. E i conservatori
Astensione, questo il vero vincitore delle elezioni parlamentari in Iran che hanno visto rimanere a casa circa il 60% degli aventi diritto. Mai nella Repubblica islamica si era registrato un tasso di votanti così basso.
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Argentina: governo consegna oltre 600mila card alimentari
Il governo argentino sta provvedendo alla distribuzione di oltre 600mila card alimentari nell’ambito del piano messo a punto dal presidente Alberto Fernandez per contrastare la fame e la povertà.
Nello specifico le card forniranno assistenza economica ai settori a basso reddito per garantire l’accesso al paniere alimentare di base; queste potranno essere utilizzate solo per l’acquisto di alimenti poiché non consentono il prelievo di denaro dagli sportelli automatici o l’acquisto di bevande alcoliche.
Secondo l’agenzia di stampa statale Télam, tra il 20 gennaio e il 20 febbraio il governo ha distribuito un totale di 603.200 carte alimentari, per un totale stimato di 48,7 milioni di dollari. Per il momento le province interessate dal provvedimento sono state quelle di Aires, Chaco, Santa Fe, Salta, Entre Ríos, Tucumán e Santa Cruz mentre la prossima settimana il programma raggiungerà quelle di Cordova, La Pampa e Catamarca. La distribuzione durerà fino a marzo.
Il ministro dello Sviluppo sociale argentino, Daniel Arroyo, ha affermato che “il 60 percento degli acquisti delle card sono destinati a latte, carne, frutta e verdura. E se si aggiunge farina senza zucchero, il consumo di prodotti raccomandato è del 69 percento”.
I beneficiari della carta sono le madri con bambini di età inferiore a 6 anni, le donne dal terzo mese di gravidanza e le persone con disabilità che ricevono già assegni di aiuto dallo Stato, con importi che vanno da 64 a 95 dollari.
L’era di Mauricio Macri in Argentina si è chiusa con un’inflazione del 53,8% solo scorso anno, un tasso di disoccupazione del 9,7 ed un tasso di povertà che colpisce più di un terzo della popolazione.
Siria: Aleppo è liberata
Dopo quasi nove anni di guerra Aleppo è stata liberata e la Siria è sempre più vicina al ritorno alla normalità precedente alla guerra ed all’avanzata dei fondamentalisti islamici sunniti.
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Gen. Zahedina: Iran in prima fila nel contrasto al narcotraffico
Nell’ambito della conferenza internazionale “No drug, no problem” che si è svolta a Roma il 20 e 21 febbraio e che ha visto la presenza di 57 paesi, l’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran ha permesso alla stampa di incontrare il Brig. Gen. Masoud Zahedian, Capo delle Forze di Polizia Antinarcotici di Tehera-n che ha sottolineato l’impegno del suo paese in questo contesto.
Nel corso dell’incontro Il Generale Zahedian ha più volte sottolineato il grande impegno dal suo paese in questo contesto “nonostante le sanzioni che limitano le risorse a disposizione delle forze di sicurezza iraniane”.
L’esponente della Repubblica islamica ha ricordato come il suo paese abbia un ruolo fondamentale “nella rotta dei Balcani delle droghe. E noi abbiamo profuso un impegno sempre maggiore, anche pagando un prezzo molto con oltre 3800 morti e più di 12500 feriti nelle nostre forze di sicurezza”.
Il rappresentante di Teheran ha poi ricordato “l’aggressione e l’occupazione compiuta dal governo terroristico americano” ai danni dell’Afghanistan e come in questi anni la produzione del paese di oppio sia aumentata “dalle 185 tonnellate del 2001 la produzione è cresciuta di circa 35 volte e si stima che nel 2019 sia stata di ben 6400”.
“I grandi sforzi dell’Iran – ha ribadito il generale Zahedian – nella lotta contro il narcotraffico si basa sulle nostre risorse ma il sostegno dei paesi che beneficiano del nostro impegno è stato quasi nullo”.
Per quanto riguarda i risultati ottenuti dal paese opportuno ricordare che solo lo scorso anno le forze di sicurezza iraniane hanno scoperto e sequestrato oltre 814 tonnellate di sostanze stupefacenti.
In merito alla conferenza di Roma il capo delle forze di polizia antinarcotici ha spiegato che si sono svolti anche numerosi incontri bilaterali e tutti i partecipanti hanno firmato una dichiarazione congiunta su programmi da cui ripartire e vari progetti da lanciare.
Iran inaugura nuova piattaforma petrolifera in segno di sfida alle sanzioni statunitensi
L’Iran ha inaugurato una nuova piattaforma petrolifera, la Fath 72, tornando a sfidare le sanzioni unilaterali varate dagli Usa. In totale è la sesta realizzata dalla Repubblica islamica ma la prima dopo le restrizioni imposte dall’amministrazione Trump. Ne ha dato notizia il ministro per il Petrolio Biyan Namdar Zangane.
Chiamata Fath 72, la piattaforma è stata progettata e prodotta interamente da esperti della National Iranian Drilling Company (Nidc) e del Centro accademico per l’istruzione, la cultura e la ricerca (Acecr).
Inaugurando la piattaforma il ministro ha affermato che “saranno necessarie ulteriori attrezzature e accessori per la perforazione per sfruttare appieno le capacità del paese anche se la costruzione di Fath 72 ha costituito una delle principali aspirazioni dell’industria petrolifera”.
In merito alle sanzioni statunitensi il rappresentante di Teheran ha ribadito che il settore petrolifero e quello del gas sono sempre più attivi nella lotta contro “la politica di massima pressione” applicata dal governo di Washington, sottolineando anche la necessità di “rafforzare la produzione nazionale in un momento in cui l’Iran deve far fronte a sanzioni”.
Usa accusano russa Rosneft di aver aiutato la Pdvsa ad aggirare le sanzioni
Nuovo scontro politico tra Usa e Russia. Questa volta Washington accusa la compagnia petrolifera russa Rosneft di aver aiutato la compagnia di stato venezuelana Pdvsa ad esportare petrolio aggirando così le sanzioni unilaterali colpendo con la medesima misura la compagnia russa.
Il Venezuela ha ovviamente criticato la decisione e con Jorge Arreaza, ministro degli Esteri di Caracas, ha affermato che “queste misure sono contro il popolo venezuelano, contro i lavoratori della Pdvsa, contro la possibilità che possiamo vendere più petrolio per lo sviluppo del paese. Queste misure arbitrarie contro la società russa Rosneft, violano il diritto al libero scambio e alla libera impresa. Aggiungeremo queste azioni unilaterali alla denuncia penale che abbiamo presentato contro i funzionari degli Stati Uniti dinanzi al Tribunale penale internazionale”.
Come anticipato sopra, a gennaio scorso gli Usa hanno varato nuove sanzioni contro la compagnia venezuelana per impedire che altri paesi acquistino e rivendano il petrolio del paese indiolatino; inoltre il Dipartimento del Tesoro statunitense ha imposto sanzioni contro una filiale svizzera della compagnia petrolifera russa Rosneft per i suoi legami con il governo di Nicolás Maduro. Steven Mnuchin, segretario al Tesoro degli Usa ha dichiarato che la decisione è stata presa perché la Rosneft ha negoziato la vendita e il trasporto di petrolio greggio venezuelano. Gli Stati Uniti sono determinati a impedire il saccheggio della ricchezza petrolifera venezuelana da parte del corrotto regime di Maduro”.
Nel documento con cui annunciava le sanzioni il Dipartimento del Tesoro ha denunciato diverse operazioni in cui Rosneft avrebbe aiutato la compagnia petrolifera statale venezuelana ad esportare la sua produzione. In particolare, lo scorso gennaio la compagnia petrolifera russa avrebbe facilitato la spedizione di una spedizione di due milioni di barili di greggio venezuelano verso l’Africa occidentale. Nell’ultimo quadrimestre dello scorso anno le due società avrebbero inoltre distribuito 55 milioni di barili di petrolio.
La Rosneft è presente in Venezuela dal governo dai tempi della presidenza di Hugo Chávez; a differenza di altre compagnie petrolifere, che sono state espropriate o hanno lasciato il paese a loro discrezione, i russi hanno mantenuto la loro attività e investimenti.
Nell’ambito degli accordi raggiunti tra Rosneft e il governo venezuelano, la compagnia petrolifera ha acquisito parte della proprietà di numerosi giacimenti petroliferi; inoltre nell’ultimo trimestre del 2018, il Venezuela gli ha concesso una licenza per gestire il 100% di due giacimenti di gas, a Mejillones e Patao.
Pdvsa ha anche concesso a Rosneft una garanzia del 49,9% di Citgo Petroleum in cambio di un prestito di1,5 miliardi di dollari.
Russia: nuova Costituzione, probabile immunità per ex presidenti
Continua in Russia il lavoro del gruppo incaricato di lavorare alle modifiche da apportare alla nuova costituzione. Stando a quanto riferito dagli organi di informazione molto probabile l’inserimento di una norma che stabilisca l’immunità per gli ex presidenti, da considerare che una legge simile fu varata già nel 1999 da Vladimir Putin a beneficio del suo predecessore, e mentore, Boris Eltsin.
Ad anticipare la possibilità è stato Pavel Krasheninnikov copresidente della squadra di lavoro.
Da quanto si apprende sarebbero già state avanzate oltre 600 proposte di modifica alla Costituzione; proprio per questo la seconda lettura presso la Duma, la camera bassa del parlamento, dovrebbe avvenire il prossimo 10 marzo e non più il 2 come inizialmente previsto.
Nei giorni scorsi sulla riforma si era espresso anche lo stesso presidente Putin sottolineando che quello varata nel 1993 ed attualmente in vigore è comunque un testo da mantenere come punto di riferimento pur necessitando di alcuni cambiamenti, in particolare per quanto riguarda la divisione dei poteri. L’annuncio del capo dello Stato di scrivere una nuova Carta costituzionale ha determinato le dimissioni immediate del premier russo, Dmitrij Medvedev, e dell’intero esecutivo da lui guidato, venendo sostituito da Mikhail Mishustin, che precedentemente ricopriva la posizione di direttore del Servizio tributario della Federazione Russa dall’aprile 2010 ed aveva già ricoperto il ruolo di viceministro per il Fisco e i tributi.
Trump toglie 3,8 miliardi al Pentagono per realizzare il muro con il Messico
Il presidente statunitense Donald Trump dirotterà 3,8 miliardi destinati al Pentagono per realizzare il muro con il Messico; più nel dettaglio i fondi utilizzati saranno quelli precedentemente destinati a nuovi aeromobili, navi e attrezzature navali in pratica dirottando al Dipartimenti della Sicurezza Nazionale quelli che sarebbero dovuti andare alla Guardia Nazionale.
È stato lo stesso Pentagono ad informare diversi membri del Congresso delle intenzioni di Trump, una scelta quella del presidente che non richiede l’autorizzazione del Parlamento e che farà salire ulteriormente i costi utilizzati dall’amministrazione Trump per realizzare la barriera al confine meridionale del paese.
Chris Mitchell, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che il segretario alla Difesa, Mark Esper “ha autorizzato un supporto di 3,8 miliardi per costruire circa 285 chilometri di muro che aiuteranno a proteggere il nostro confine”.
Nel frattempo Trump ha dichiarato di aver esteso la sua dichiarazione di emergenza nazionale su confine meridionale per un altro anno, quindi per tutto il 2020; inoltre ha avvertito il congresso che sono necessarie ulteriori misure per affrontare l’immigrazione illegale, il traffico di droga e i problemi umanitari alla frontiera.
La decisione ha ovviamente provocato la reazione dei Democratici che in una lettera inviata al Pentagono si sono detti “indignati per il fatto che il Dipartimento della Difesa abbia deciso di utilizzare i fondi che il Congresso ha deciso di aumentare per altri programmi. Il saccheggio di questi fondi è semplicemente un attacco agli sforzi fatti per garantire che i nostri soldati cittadini (i riservisti della Guardia Nazionale) siano pronti a rispondere alle catastrofi, sia all’estero che nel paese”.
La barriera tra Usa e Messico detta anche muro messicano o muro di Tijuana, è una barriera di sicurezza costruita lungo il confine tra i due paesi. La sua costruzione ha avuto inizio nel 1990 durante la presidenza George Bush quando la polizia di frontiera elaborò allora la strategia “Prevenzione attraverso la Deterrenza”, in base a cui, tra le altre cose, iniziò a costruire recinzioni e ostacoli sul confine, in particolare nell’area di San Diego. Il primo tratto, di 14 miglia (22,5 km), fu completato nel 1993.
Nel 1994 durante la presidenza di Bill Clinton la barriera fu sviluppata ulteriormente. L’iniziativa più evidente fu quella di aggiungere una presenza fissa di forze di polizia al confine.
La barriera è fatta di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, e si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego. Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente effettuato con veicoli ed elicotteri armati.