Fabrizio Di Ernesto

Home » 2019 » dicembre

Monthly Archives: dicembre 2019

Morales critica decisione governo provvisorio boliviano di espellere diplomatici messicani e spagnoli

Il presidente boliviano Evo Morales, esautorato da un colpo di stato avvenuto dopo le elezioni di novembre, ha duramente criticato la decisione del governo provvisorio di La Paz si espellere i diplomatici di Messico e Spagna e di interrompere le relazioni diplomatiche con il Venezuela.

Per Morales l’espulsione di diplomatici del Messico e della Spagna da parte del governo de facto rappresenta “un atto di disprezzo per il diritto internazionale”.

Via Twitter Morales ha spiegato che: “Gli autori del colpo di stato cercano legittimità, ma esercitano solo violenza contro i paesi gemelli”.

Da parte la presidente ad interim Áñez ha giustificato l’espulsione dei funzionari delle ambasciate del Messico e della Spagna per aver “gravemente danneggiato la sovranità e la dignità del popolo boliviano con attività che violano la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche”.

Sula vicenda la delegazione dell’Unione europea in Bolivia ha espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation della tensione tra Bolivia e Spagna, che ha portato alla dichiarazione di “persona spiacevole” a funzionari diplomatici di entrambi i paesi.

Il governo spagnolo ha dichiarato sgradevoli tre diplomatici boliviani accreditati a Madrid e ha chiesto che lasciassero il paese, in risposta a quello che Madrid definiva un “gesto ostile”.

Nel tentativo di alleviare la tensione, il ministro degli Esteri del governo de facto della Bolivia, Karen Longaric, ha affermato che i rapporti con la Spagna “non possono fermarsi” e ha persino chiesto di “rafforzarli”.

Pubblicità

Bolivia ha espulso ambasciatore messicano e il personale diplomatico spagnolo

Le autorità boliviane hanno deciso l’espulsione dell’ambasciatore messicano e del personale diplomatico spagnolo. Lo ha annunciato Jeanine Anez, presidente ad interim della Bolivia, che ha riferito anche che le persone colpite dal provvedimento di espulsione hanno ora 72 ore per lasciare il paese.

Una nota emessa dalla presidenza della Repubblica di La Paz ha definito “persona nel grata” l’ambasciatrice messicana María Teresa Mercado.

La decisione è stata presa per “danno alla sovranità dello stato boliviano”; tra il personale spagnolo invitato a lasciare il paese  anche il capo degli affari politici della Spagna, Cristina Borreguero; il console di Spagna in Bolivia, Álvaro Hernández, e i componenti della guardia di sicurezza del quartier generale diplomatico del paese europeo.

Pochi minuti dopo l’annuncio, il Ministero degli Esteri messicano ha invitato Mercado a tornare nel suo paese per motivi di “sicurezza”.

La tensione tra i due paesi è in forte aumento da oltre un mese e la settimana scorsa le autorità di Città del Messico hanno deciso di ricorre alla Cig, la Corte internazionale di Giustizia, per intimare alla Bolivia di rispettare la sede ed il personale diplomatico a La Paz in seguito ad alcune ingerenze contrarie alla Convenzione di Vienna. La notizia è stata data da Marcelo Ebrard, ministro degli Esteri del Messico.

Quando il governo di Città del Messico aveva deciso di concedere asilo politico a Morales dopo le elezioni dello scorso novembre che lo hanno visto  vincitore ma esautorato dalla Anez che si è autoproclamata presidente, le autorità boliviane avevano parlato di “tentativo di destabilizzare il paese”.

Continuano le tensioni tra Messico e Bolivia

Non accenna a placarsi lo scontro diplomatico tra Messico e Bolivia scatenatosi dopo che il presidente boliviano Evo Morales ha ottenuto asilo politico in seguito al golpe di novembre in territorio messicano.

Le autorità di Città del Messico hanno deciso di ricorre alla Cig, la Corte internazionale di Giustizia, per intimare alla Bolivia di rispettare la sede ed il personale diplomatico a La Paz in seguito ad alcune ingerenze contrarie alla Convenzione di Vienna. La notizia è stata data da Marcelo Ebrard, ministro degli Esteri del Messico.

L’esponente del governo di Lopez Obrador ha menzionato vari casi di cattiva condotta da parte della controparte, sottolineando come la Convenzione di Vienna stabilisca l’inviolabilità delle missioni diplomatiche che di fatto sono territorio del paese ospitato.

Ebrard ha ricordato che “neanche nei peggiori momenti dei colpi di stato militari degli anni 70 e 80 era stata messa a rischio l’integrità di queste strutture. La Bolivia deve rispettare il diritto d’asilo come una decisione sovrana che si pone sempre in posizione sovraordinata rispetto “a qualsiasi altro principio internazionale”.

Quando il governo di Città del Messico aveva deciso di concedere asilo politico a Morales le autorità boliviane avevano parlato di “tentativo di destabilizzare il paese”.

Argentina: Parlamento approva legge di emergenza con poteri speciali per il presidente

Il Senato argentino, seguendo quanto già fatto dalla Camera, ha approvato la nuova legge di emergenza comprendere un pacchetto di misure economiche e nuovi poteri speciali per il presidente Alberto Fernandez, chiamato ad affrontare la crisi socio-economica che sta attraversando il Paese a causa delle politiche neoliberiste di Mauricio Macri.

La legge, nata da un’iniziativa del governo, concede al Capo dello Stato pieni poteri per rinegoziare il debito pubblico, aggiornare con decreto i pensionamenti, aumentare le ritenute alle esportazioni agricole e disegnare un nuovo diagramma dei tassi per i servizi pubblici.

Tra le misure previste da questo pacchetto la possibilità per l’amministrazione peronista di implementare un nuovo acquisto di dollari.

La misura, già approvata dalla camera bassa, è stata approvata dal Senato con 41 voti a favore e 23 contrari più un astenuto.

Come anticipato sopra la legge sospende anche la “mobilità della pensione” in vigore dal marzo 2018, una misura che ha favorito la crescita dell’inflazione.

Le tariffe dei servizi pubblici, aumentate in modo esponenziale dal governo Macri, sono ora congelate per 180 giorni.

Previsto un aumento delle aliquote fiscali sui beni personali e i beni degli argentini detenuti all’estero; istituito un piano di regolarizzazione del debito fiscale che prevede fino a 120 rate in favore delle piccole e medie imprese che si vedono condonati gli interessi.

L’Argentina, tra il 1989 e il 2002, ha approvato tre diverse leggi di emergenza, l’ultima delle quali estesa per una durata di ben 16 anni. Secondo gli esperti questa è la più grande nella storia del paese indiolatino che renderà però difficile la negoziazione con il Fondo monetario europeo.

«Get Brexit done», parola di Boris Johnson

La Brexit ci sarà nel 2020. E sarà blindata, senza più stallo, divisioni e soprattutto senza altri rinvii. Lo ha ribadito il premier britannico Boris Johnson parlando alla Camera dei Comuni, ora molto simile a lui dopo le elezioni della scorsa settimana.

Presentato a Roma il concerto “Tesla Symphony Suite”

È stato presentato oggi a Roma, presso l’Ambasciata del Messico, il concerto “Testa Symphony Suite” scritto e diretto dal Maestro Alejandro Sanchez Navarro che andrà in scena il prossimo 20 dicembre sempre nella Capitale al Teatro Ghione.

Alla conferenza stampa oltre al compositore messicano erano presenti la Maestra Isabella Ambrosini, Direttore artistico e musicale dell’Orchestra Roma Sinfonica e Coro Roma Tre, ed il baritono Alessio Quaresima Escobar.

Nel suo intervento il Maestro Sanchez Navarro dopo aver ricordato l’amicizia e la vicinanza tra i nostri due paesi ha illustrato la sua creazione alla prima europea che sarà orchestrata in modo diverso all’originale, nella versione italiana infatti ci sarà l’inserimento del baritono e di altre parti soliste non presenti inizialmente. Il compositore ha spiegato anche il perché ha realizzato un’opera ispirata alla figura di Nikola Tesla, continuatore dell’opera di Leonardo da Vinci, di cui si sa molto poco ma è ha dato un contributo deciso alla scienza facendo quasi dell’elettricità il V elemento.

La Ambrosini invece ha spiegato perché ha voluto inserire l’opera nelle celebrazioni per i 500 anni della morte di Leonardo, un genio che nei suoi lavori ha sempre cercato di inserire la natura, in particolare l’energia ed il movimento di questa.

Nell’opera lirica l’energia, ha spiegato, è ritmica e colorata e la vibrazione è pura luce; in particolare il colore in musica si manifesta con il timbro degli strumenti e nella rappresentazione romana saranno presenti 23 strumenti a fiato e 6 percussionisti.

Sempre la Maestra Ambrosini ha poi spiegato che le parti sono state scritte con criteri non tradizionali, qui anche la scrittura per la voce è molto strumentale, segue i fiati.

Il baritono Quaresima Escobar ha invece parlato del suo ruolo e della scelta, non semplice e innovativa di affidare la parte principale ad una voce più calda e matura rispetto al solito.

Ad accompagnare il Maestro ed il baritono in questo spettacolo, come detto ci sarà l’Orchestra Roma Sinfonica e il Coro Roma Tre, fondati ormai 20 anni fa dalla Ambrosini che raccolgono alcuni degli elementi migliori di Roma e non solo e che hanno alle spalle ormai una lunga serie di successi.

Venezuela: governo denuncia smantellamento nuovo piano terroristico delle opposizioni

A quasi un anno dal tentato golpe di Juan Guaidò il Venezuela continua a vivere una situazione di forte incertezza sociale e politica.

Il governo di Nicolas Maduro è infatti tornato a denunciare nuovi piani terroristici orchestrati dalle opposizioni, nello specifico il piano prevedeva l’attacco ad una base militare nello stato di Surce da cui poi riorganizzare la lotta.

A denunciare i nuovi piani terroristici è stato il ministro della comunicazione Jorge Rodríguez che ha riferito dello smantellamento dell’operazione che ha avuto come oggetto un distaccamento della Guardia Nazionale. Parlando nel corso di una conferenza stampa il rappresentante del governo di Caracas ha presentato le prove di questo attacco che “avrebbe dovuto provocare un bagno di sangue” attraverso diverse aggressioni compiute da alcuni gruppi armati. Secondo quanto riferito dalla Rodriguez tra i promotori del tentato attacco ci sarebbero i politici Yanet Fermín e Fernando Orozco ma sarebbe stato progettato da Leopoldo López sotto l’approvazione del golpista Juan Guaidó.

Dopo il tentato golpe il governo venezuelano ha infiltrato diversi agenti sotto copertura proprio per cercare di anticipare le mosse delle opposizioni.

Argentina: oggi avvicendamento tra Macri e Fernandez alla presidenza

Avverrà oggi in Argentina l’avvicendamento tra il presidente uscente il liberista Mauricio Macri e quello entrante il peronista Alberto Fernandez. La cerimonia avverrà come da tradizione alla Casa Rosada.

Con il cambio di Capo di Stato ci sarà anche un forte mutamento della politica economica del paese dei rapporti con i vicini.

Ad officiare la cerimonia sarà il presidente del Senato e vicepresidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, già capo di stato prima di Macri.

Nelle presidenziali vinte nel 2015, Macri aveva promesso una lotta senza quartiere alla corruzione e una gestione onesta, volta a rimettere in ordine i conti del Paese, per “aprire l’Argentina al mondo ed ottenere gli investimenti esteri necessari ad una crescita produttiva virtuosa”. Alla fine tutto o quasi si era risolto con l’intervento del Fondo monetario internazionale (Fmi) che aveva imposto a Buenos

Aires severe misure di austerità, giudicate necessarie per un rapido ritorno all’equilibrio dei conti pubblici.

I risultati però non sono stati quelli sperati ed alla fine l’Argentina ha registrato un’inflazione  al 55%, un aumento della disoccupazione  del 9% e della povertà  del40%; inoltre molte imprese sono state costrette a chiudere i battenti.

Fernandez ha costruito la sua vittoria ponendo come priorità la lotta alla povertà, considerato un fenomeno paradossale nel Paese conosciuto come il “granaio del mondo”, e la ricostruzione di un modello produttivo, base di una nuova crescita e del rilancio dell’occupazione.

La principale sfida che attende il neopresidente è quella relativa al debito estero da molti considerato insostenibile tanto che molti analisti prevedono un nuovo default come quello del 2000.

Scontato che il nuovo governo riallaccerà i rapporti con quei paesi della regione, Venezuela in primis, che propongono un modello non liberista per allontanarsi da paesi come Colombia considerati bastioni di Washington.

Dem Usa sempre più vicini all’impeachment per Trump

Continuano gli attacchi dei Dem al presidente Usa Donald Trump. In un giorno che la speaker della Camera Nancy Pelosi ha definito “solenne”, i democratici hanno svelato e pubblicato gli articoli di impeachment contro l’inquilino della Casa Bianca al termine di 3 mesi di indagini: abuso d’ufficio e ostruzione del Congresso per l’Ucrainagate.

Per il momento i rappresentanti dell’Elefantino non hanno presentato prove, che probabilmente non ci sono, sui presunti tentativi del magnate di ostacolare l’indagine sul Russiagate contenuti invece nel rapporto Mueller. Ufficialmente i vertici del partito Democratico hanno preferito circoscrivere il caso anche per evitare spaccature nel voto in aula e possibili contraccolpi nei collegi più moderati nelle elezioni del 2020, una scelta che però lascia più di un dubbio nell’osservatore terzo.

Sdegnata la reazione di Trump che via social ha parlato di “Caccia alle streghe”, “follia”, e di “accuse ridicole”; a scatenare le ire di Trump anche il particolare, non secondario, che mentre i Dem formulavano le accuse lui riceveva il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, incontro divenuto ancora più importante dopo che il segretario di Stato Mike Pompeo ha messo in guardia Mosca dall’interferire sulle prossime elezioni americane, minacciando misure di rappresaglia: in agenda ci sono il nuovo trattato per il controllo delle armi nucleari includendo la Cina (anche Francia e Gb ha suggerito Lavrov), l’Ucraina, la Siria, la Corea del nord, l’Afghanistan e il Venezuela.

I Repubblicani per il momento fanno muro e difendono Trump pur non avendolo mai amato fino in fondo e parlano di “un tentativo fazioso, ingiustificato e patetico di rovesciare l’amministrazione Trump e i risultati delle elezioni del 2016”.

Tutto ora però è rinviato a gennaio quando il Senato sarà chiamato a giudicare la messa in stato d’accusa, la terza nella storia americana dopo quella di Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 (Richard Nixon si dimise prima che la Camera votasse).

Il servizio che non vedRAI

È bufera sui social e nel mondo della politica dopo la diffusione della notizia che la Rai, per il momento, non intende trasmettere l’intervista esclusiva realizzata da Monica Maggioni, attuale Ad di RaiCom, al presidente siriano Bashar al Assad.

Per continaure a leggere cliccare qui —> https://www.edicolaweb.tv/nel-mondo/il-servizio-che-non-vedrai/