Fabrizio Di Ernesto

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Monthly Archives: luglio 2019

Argentina: proteste contro politiche economiche di Macri

Nuove proteste in Argentina contro le manovre correttive varate dal governo di Mauricio Macri.

Sindacati e associazione sociali hanno infatti inscenato proteste con pentole offrendo polenta, protesta del polentazo nazionale, ai più bisognosi contro l’aumento dei prodotti agricoli causato dalle politiche economiche del governo.

Gli aumenti sono scattati in seguito alla dichiarazione di emergenza alimentare.

“La polenta -hanno detto i manifestanti – è il cibo che siamo ridotti a consumare in un contesto di inflazione, aggiustamento e licenziamenti”.

Le manifestazioni si sono svolte in contemporanea in 17 provincie ed hanno visto le diverse organizzazioni sociali agitare pentole e distribuire polenta e bloccando il traffico su numerose strade.

I manifestanti, al grido di “la fame non è una scelta” hanno chiesto al governo misure per contenere la disoccupazione, l’aumento dei salari e prezzo in linea con gli stipendi per contenere un’inflazione che ha visto aumenti del 50% nell’ultimo anno.

Nuove proteste sono già state indette per i prossimi giorni con “piatti vuoti” per continuare a denunciare “la fame in Argentina” con annunciato da Silvia Saravia, coordinatore nazionale di Barrios de Pie-Libres.

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Usa ammettono violazione spazio aereo venezuelano

Gli Usa hanno ammesso di aver violato lo spazio aereo venezuelano, come già denunciato da Jorge Arreaza, il ministro degli Esteri di Caracas, che aveva anche ventilato la possibilità di rivolgersi all’Onu.

Washington ha confermato di essere entrata con i propri velivoli nello spazio aereo del paese indiolatino pur minimizzando il tutto definendoli “voli di sorveglianza” come detto dal Capo del comando meridionale l’ammiraglio Craig Faller.

Nonostante l’incidente diplomatico causato e la “minaccia” di Caracas di rivolgersi all’Onu per il rispetto del proprio spazio aereo Faller ha ribadito che le forze armate statunitensi “continueranno a volare e ad operare ovunque si applichino gli standard internazionali e ciò include il Venezuela, il Sud America e il mondo”.

Sabato scorso, il 27 luglio, il Ceofanb, il comando operativo strategico delle forze armate nazionali bolivariane (Ceofanb) ha denunciato l’ennesima violazione dello spazio aereo venezuelano da parte di aerei spia di origine statuniense.

Già il 19 luglio, il Companensive Aerospace Defence Command System (Codai) del Fanb aveva intercettato un aereo di intelligence, appartenente agli Stati Uniti, che sorvolava il territorio venezuelano.

Petro, la criptovaluta di Nicolas Maduro

Da qualche anno, sull’onda del «successo» del Bitcoin, si sente sempre più parlare di criptovalute, tanto che anche Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, è pronto a lanciare la sua «Libra»; non solo moneta virtuale creata da privati però visto che anche il Venezuela ha da qualche tempo lanciato la propria: il Petro.

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Panama: al via il dialogo con i lavoratori portuali

Il governo di Panama dopo giorni di proteste ed agitazioni ha deciso di aprire al dialogo con i lavoratori portuali. Una delegazione sindacale è infatti stata ricevuta nel palazzo presidenziale di Las Garzas dopo ben 9 giorni di sciopero.

L’astensione dal lavoro è iniziata lo scorso 17 giugno quando i lavoratori della Panama Ports Company (Ppc) che gestisce i terminal dei porti di Cristóbal e Balboa hanno chiesto migliori condizioni alla direzione dell’azienda.

Nel palazzo presidenziale la rappresentanza portuale è stata ricevuta da Doris Zapata, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economica che ha assicurato che svolgerà egli stesso le funzioni di mediatore nelle negoziazioni tra le parti.

Parlando con la stampa dopo l’incontro Zapata ha auspicato che le parti possano giungere presto ad un accordo soddisfacente per entrambe.

La Ppc ha affermato che lo sciopero prolungato ha generato gravi perdite per l’economia del paese centroamericano.

Agli scioperi dei giorni scorsi hanno aderito circa 1200 lavoratori della Sitravaap, l’Unione industriale dei lavoratori dell’acqua e dei trasporti alleati di Panama.

Puerto Rico: si è dimesso governatore Rossello

Dopo oltre 10 giorni di proteste popolari Ricardo Rossello ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Governatore di Puerto Rico. Lo ha annunciato lui stesso tramite un messaggio audio in cui ha precisato che lascerà l’incarico il prossimo 2 agosto.

Nel messaggio con cui si è congedato dalla popolazione Rossello ha anche aggiunto che una volta completato l’iter per lasciare l’incarico, la carica di Governatore sarà assunta dall’attuale segretario alla giustizia, Wanda Vázquez.

Le proteste popolari contro l’ex presidente del Nuovo Partito Progressista sono iniziate intorno alla metà di luglio in seguito alla diffusione di 889 pagine di sue conversazioni private su Telegram, in cui lo stesso governatore e i suoi più stretti collaboratori dell’Amministrazione si scambiavano messaggi con contenuti violenti, misogini e omofobi, oltre a prendere in giro giornalisti, attivisti e politici.

Le dimissioni di Rossello arrivano in un momento molto difficile per l’isola centroamericana già colpita da una grave crisi economica, con la sua classe politica accusata di corruzione in seguito alla presunta sparizione di fondi destinati all’istruzione ed alla salute.

Qualora Rossello non avesse presentato le dimissioni Edgardo Hernández, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Puerto Rico (Caapr), aveva annunciato la possibilità di avviare un processo di impeachment ai suoi danni.

Intervista al portale russo Sputnik

In Italia ben due basi militari ospitano armi nucleari americane. Non si tratta di uno scoop, ma di una realtà conosciuta da anni nonostante il silenzio dei governi.

La presenza di armi nucleari americane in Europa e in Italia non è di certo una novità, ma a confermarlo è un rapporto della NATO diffuso per errore che rivela il numero e l’ubicazione degli ordigni dislocati in Europa, di cui la parte più grande si troverebbe proprio in Italia, nelle basi di Ghedi e Aviano.

Ebbene, quanto sono sicure le basi che ospitano le bombe atomiche? Che senso hanno oggigiorno armi nucleari e basi militari dislocate in Europa in funzione anti-russa? Quando i politici italiani romperanno il silenzio fornendo ai cittadini informazioni in merito alle basi e agli ordigni stanziati nelle città italiane? Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista in merito Fabrizio Di Ernesto, saggista, autore del libro “Portaerei Italia. Sessant’anni di NATO nel nostro Paese” (Fuoco Edizioni).

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Puerto Rico: proteste dopo decisione governatore Rossello di non dimettersi

Puerto Rico nel caos dopo la decisione di Ricardo Rossello, governatore del paese centroamericano, di non dimettersi dal proprio incarico nonostante il suo presunto coinvolgimento in una chiacchierata con alcuni suoi collaboratori nel corso della quale deride numerosi giornalisti, artisti e politici dell’opposizione.

Ieri le forze di sicurezza hanno utilizzato spray urticanti ai danni di numerosi manifestanti che si erano riversati nella città di Guyanabo, nei pressi della capitale San Juan, in occasione della conferenza tenuta da Rossello e da altri esponenti del suo partito il Pnp (Nuovo partito progressista), e da un caso di corruzione che vede coinvolti alcuni ex ministri.

La conferenza era stata indetta in seguito all’annuncio del governatore di non di dimettersi, pur assicurando di non voler correre per un nuovo mandato, e non indire nuove elezioni nonostante la crisi istituzionale e lo scandalo che lo vede protagonista.

Le manifestazioni sono organizzate dall’opposizione del Jornada che ha dato a Rossello l’ultimatum di dimettersi o andare incontro al processo a suo carico.

Per oggi, lunedì 22 luglio, previsto uno sciopero generale e nuove proteste in piazza.

Cerando di difendersi dalle accuse mosse dalle opposizioni Rossello ha detto: “Mi rendo conto che le scuse non sono abbastanza, solo il mio lavoro contribuirà a ripristinare la fiducia della popolazione”

La conferenza stampa di Rossello è giunta dopo che il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Porto Rico (Caapr), Edgardo Manuel Hernandez aveva annunciato che la Camera dei Rappresentanti ha avviato un procedimento di impeachment per mettere sotto accusa il governatore.

Difesa: Russia offre a Turchia caccia Su-35

La Russia è disponibile a vendere alla Turchia i caccia militari Su-35 qualora Ankara fosse interessata all’acquisto.

A dirlo i vertici della holding russa Rostekh, che produce i velivoli, tramite il proprio AD Sergej Chemezov, confermando l’avvicinamento politico, diplomatico e militari tra i due paesi che già hanno ratificato la compravendita del sistema antimissilistico S-4000.

Stando a quanto riferito dai media turchi fino ad oggi sono 15 le spedizioni giunte finora presso la base aerea di Murted a pochi chilometri dalla capitale Ankara in poco più di una settimana, i primi componenti sono infatti arrivati lo scorso 12 luglio.

L’eventuale compravendita dei sukhoi potrebbe deteriorare ulteriormente i rapporti tra Ankara e Washington che non vede di buon occhio l’avvicinamento con la Russia, soprattutto in chiave Nato.

Nei giorni scorsi il presidente statunitense, Donald Trump, ha confermato con rammarico la decisione di non vendere gli aerei da combattimento F-35 alla Turchia, dopo che Ankara ha confermato l’acquisto del sistema di difesa missilistica S-400 dalla Russia.

L’inquilino della Casa Bianca ha spiegato che la decisione turca di acquistare un sistema missilistico russo impedisce la vendita dei 100 aerei statunitensi già concordata dalle parti.

A Trump ha replicato il plenipotenziario turco Recep Tayyip Erdogan che ha contestato la decisione di Washington di non far partecipare la Turchia al programma congiunto per i caccia F-35 sostenendo che questa “danneggerà irreparabilmente i rapporti”.

Il Pentagono sostiene che la presenza degli S-400 sul suolo turco sia incompatibile con quella di altri sistemi d’arma Nato, poiché la Russia potrebbe ottenere informazioni cruciali sulla vulnerabilità degli F-35. Al momento Washington non ha ancora risposto alla proposta di Ankara di istituire una commissione tecnica per risolvere la disputa. Lo scorso 6 giugno il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha riferito di aver dichiarato agli Stati Uniti che la Turchia era disposta ad acquistare il sistema Patriot, di produzione statunitense, dopo la consegna degli S-400 e in caso di un’offerta economica alla pari di quella di Mosca

Brasile: studenti ed indigeni protestano contro politiche economiche del governo

Nuove proteste in Brasile contro le politiche economiche di Jair Bolsonaro; le ultime in ordine di tempo sono quelle organizzate dagli studenti e dagli indigeni contro le privatizzazioni e i tagli allo stato sociale. Nello specifico ad aver scatenato le nuove proteste i tagli all’istruzione ed alla copertura sanitaria per le comunità indigene.

Numerose manifestazioni si sono svolte nelle principali città brasiliane. Nella capitale, Brasilia, gli studenti si sono riversati davanti alla sede del Ministero della Pubblica Istruzione chiedendo il blocco della privatizzazione delle università ed i tagli ai bilanci degli atenei.

Le comunità indigene invece hanno concentrato le proteste nella parte meridionale del paese dove i Guarani sono scesi in piazza contro i tagli annunciati dall’esecutivo al Segretariato speciale per la salute degli indigeni (Sesai). Il Segretariato speciale per la salute degli indigeni è responsabile della gestione della politica sanitaria di circa 765mia persone.

Altri importanti cortei si sono svolti tra la città di Santos (nello stato di San Paolo) e Rio de Janeiro.

Inoltre, il governo di Bolsonaro ha cancellato l’accordo con Cuba sul programma “More Doctors” e ha ordinato la partenza degli specialisti cubani dal paese. Di conseguenza, il 90 per cento dei territori indigeni è rimasto senza cure mediche.

Avviata la costruzione del primo campus permanente per gli F-35 in Europa

Nel paese inglese di Lakenheath, nella contea di Sulffolk, con uno stanziamento di 205 milioni di dollari è stata avviata nella locale base della Raf, la costruzione del primo campus permanente per gli F-35 in Europa.

La cerimonia di inizio lavori è stata officiata dal generale Jeffrey Harrigian, comandante delle forze aeree statunitensi in Europa e Africa ed altri alti papaveri delle forze armate a stelle e strisce.

Le aziende britanniche Kier e VolkerFitzpatrick costruiranno un impianto di simulazione di volo, un’unità di manutenzione, hangar e unità di deposito sul sito, in tempo per l’arrivo di 48 F-35 nel novembre 2021. Attualmente la Raf dispone di 9 velivoli F-35 dislocati a Marham, ciorca 40 chilometri a Nord da Lakenheath.

Il programma rientra in un ampio programma a sostegno delle operazioni dell’Usaf nel Regno Unito. Nei prossimi 7/10 anni è previsto l’investimento di un altro miliardo di dollari.

Una volta completato, il campus ospiterà circa 1.200 aviatori statunitensi, in aggiunta agli oltre 9mila già presenti nel Regno Unito.

I recenti problemi riscontrati per la consegna del motore dell’F-35A non dovrebbero ritardare l’arrivo del nuovo aereo da caccia americano a Lakenheath, ha detto lunedì una portavoce 48mo Stormo aereo. Degli 81 motori consegnati lo scorso anno, l’86% era in ritardo, secondo un rapporto del Government Accountability Office in aprile. Nel 2017, nonostante fosse stata programma la consegna di un numero esiguo di motori, la metà di questi, il 48%, arrivò in ritardo.

L’unità di Pratt e Whitney di United Technologies, l’unica azienda a produrre i motori, è soggetta a una richiesta di azioni correttive da parte dell’Agenzia di gestione dei contratti della Difesa per “prestazioni di consegna scadenti”, secondo un rapporto di luglio di Bloomberg News.