Usa e Sud Corea hanno svolto esercitazioni missilistiche congiunte
Usa e Corea del Sud hanno tenuto ieri, in gran segreto, un’esercitazioni missilistica congiunta nella penisola coreana. In base a quanto riferisce la stampa locale sarebbero state lanciate due bombe a lungo raggio degli Stati Uniti.
Il test sarebbe stato effettuato nell’ambito di un programma di rotazione delle attività militari strategiche statunitensi in Corea del Sud. Le esercitazioni congiunte Usa-Corea del Sud si sono tenuto dopo che ieri, alla Casa Bianca, è stato affrontato il problema relativo alla crisi nordcoreana dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal team di sicurezza nazionale.
La notiia ha ovviamente ridato fuoco alle polemiche tra Seul e Pyongyang dopo che nei giorni scorsi la Sud Corea aveva accusato i vicini di aver condotto un attacco hacker che avrebbe permesso di trafugare un gran numero di documenti militari classificati subìto da Seul, inclusi l’ultima versione del piano per le operazioni congiunte Corea del Sud-Usa in tempo di guerra e un piano emergenziale dei due paesi per decapitare la leadership di Pyongyang.
In merito alla vicenda hanno preso posizione anche a Washington anche se il colonnello dell’Esercito Rob Manning, ha rifiutato di confermare ufficialmente il furto dei documenti, che ha definito “una questione di intelligence”.
L’innovazione secondo Axis – dalle Smart City alle infrastrutture critiche, passando per il retail
Nel corso dell’evento “The Axis Way”, tenutosi a Milano il 21 settembre scorso, abbiamo avuto il piacere di incontrare diversi rappresentanti dell’azienda che ci hanno illustrato le peculiarità di Axis, il posizionamento sul mercato e le sfide che sono pronti a raccogliere per essere sempre più competitivi.
Per continuare a leggere cliccare qui —> https://www.safetysecuritymagazine.com/articoli/linnovazione-secondo-axis-dalle-smart-city-alle-infrastrutture-critiche-passando-retail/
Venezuela, Maduro punta a riprendere il dialogo con l’opposizione
Riprendere il dialogo con l’ooposizione. Questo l’auspicio del presidente venezuelano Nicolas Maduro dopo che le violenze che nei mesi scorsi avevano infiammato il paese, con il preciso intento di destabilizzare il governo, si sono palcate.
Secondo le intenzioni del primo mandatario di Caracas il dialogo potrebbe riprendere già durante questa settimana e che si tratta di definire gli ultimi punti di un accordo riguardo al quale esiste un consenso del 95% fra le parti.
Per quanto riguarda gli incontri già tenuto con i principali esponenti del Mud, il partito di opposizione, Maduro ha espresso ottimismo “l’accordo è vicino ma i dettagli si sapranno solo quando sarà il momento opportuno”.
L’ottimismo di Maduro riguardo al dialogo politico non è pero condiviso dall’opposizione. La settimana scorsa Luis Florido – coordinatore dell’opposizione per la trattativa – ha indicato che “al momento attuale siamo ben lontani perfino dall’inizio di un processo di negoziazione serio, per colpa del governo, per cui possiamo dire che non si è andato avanti nemmeno di un centimetro, e siamo dunque allo 0%”.
Dopo mesi di forti violenze nel paese indiolatino sembrano essersi attentuate le violenze anche perché gli Usa, fortemente interessati alla destalizzazione di Caracas, in questo momento sono alle prese con il probelma legato alla Corea del Nord ed alla volontà del presidente Donald Trump di rivedere, se non cancellare del tutto, l’accordo sul nucleare iraniano.
Libri. La tortura in Israele
Interrogatori condotti con metodi prossimi alla tortura. Prigionieri lasciati senza potersi fare una doccia per settimane. Carcerati costretti a mangiare cibo scadente, spesso andato a male, ed in porzioni nemmeno sufficienti per sfamare una persona.
Non stiamo parlando di ciò che avviene nelle prigioni della Siria o della Corea del Nord ma di ciò che avviene, ampaimente documento e più volte denunciato, nelle carceri del civilissimo, così dicono, Stato di Israele ai danni dei prigionieri palestinesi.
Grazie alla casa editrice Zambon è infatti giunto in Italia il rapporto “Tortura in Israele” realizzato dalle associazioni umanitarie B’Tselem e HaMoked che riporta le dichiarazioni di 116 palestinesi arrestati di notte dagli uomini dell’IDF, l’esericito di Tel Aviv, a cui sono negati i più elementari diritti umani garantiti a tutti i prigionieri in tempo di pace e guerra.
Le dichiarazioni raccolte nel volume, tutte di cittadini non accusati di aver commesso un preciso reati ma solo sospettati, riportano alla mente le immagine relative agli abusi compiuti ad Abu Graib e Guantanamo dai militari statunitensi, non a caso paese legato a doppio filo ad Israele e considerata insieme a quella sionista la più grande democrazia al mondo.
Il libro riporta anche le numerose sporte all’autorità giudiziaria israeliana e le tante norme di condotta emanate in merito al rispetto dei prigionieri eppure nella realtà dei fatti le forze di sicurezza israeliane continuano ad abusare a livello fisico e mentale dei prigionieri cui spesso è negato perfino il sonno; alcuni detenuti hanno raccontato come alcuni secondini battessero violentemente sul muro non appena prendevano sono oppure di casi in cui una forte luce veniva lasciata notte e giorno per il solo gusto di infastidirli.
A rendere il quadro ancora più drammatico e preoccupante il fatto che circa un terzo degli intervistati abbia raccontato come le violenze siano iniziate già al momento dell’arresto, in alcuni casi ai fermati non è stato concesso nemmeno di preparare una valigia o di salutare i propri cari.
Anche il resoconto degli interrogatori lascia perplessi e getta più di un dubbio sulla civiltà dei funzionari israeliani. Spesso per convicere i fermati a parlare gli inquirenti minacciavano di abbattere la loro casa.
La casa editrice Zambon ha deciso di pubblicare in lingua italiana 116 testimonianze che aprono uno squarcio su una drammatica realtà poco nota alla opinione pubblica. Un libro che sicuramente farà riflettere e che invita ad approfondire meglio la questione. Di certo, non piacerà ai politicamente corretti e buonisti, ai difensori, senza se e senza ma, d’Israele, a tutti quelli che considerato lo Sato ebraico “l’unica democrazia del Medio Oriente”.
A cura di B’Tsele, Tortura in Israele, Zambon editore, pagg. 120. 12,00 euro
Russia, (quasi) tutti pazzi per Putin
È dell’82,2% il gradimento del presidente Vladimir Putin tra i cittadini russi. Lo conferma un sondaggio condotto da VTsIOM-Sputnik a settembre, dato alto anche se in leggero calo rispetto all’85,3 per cento del mese precedente. Il nuovo Zar è anche in cima alla graduatoria dei politici che ispirano maggiore fiducia ai cittadini con una valutazione del 50,6 per cento, in calo anche in questo caso, ma solo di 1,5 punti percentuali rispetto a inizio settembre.
Per i russi e per lo stesso Putin si tratta di un periodo molto particolare e questo tipo di sondaggio ne sono la prova. Il prossimo marzo infatti i cittadini saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente e Putin, che in carica dal 2000 tranne durante la parentesi Medvedev in cui ricopriva comunque il ruolo di premier, non ha ancora fatto sapere se correrà nuovamente per il Cremlino, di fatto sarebbe il suo quinto mandato presidenziale.
Entro dicembre dovranno essere ufficializzate le candidature alla presidenza in vista del voto che si terrà il 16 marzo 2018 e uno dei quesiti principali della questione elettorale è se Putin si candiderà o meno alle elezioni.
Secondo gli analisti internazionali in caso di candidatura Putin vincerebbe facilmente al primo turno anche perché all’orizzonte non ci sono rivali credibili; uno dei più noti il blogger Aleksej Navalnyj non solo non può candidarsi per via di problemi legami ma, numeri alla mano, non ha nemmeno i numeri per arrivare ad una preferenza a due cifre.
Intervista rilasciata in occasione del convegno “Sguardo ad Est”
Una delle tematiche principali del convegno “Sguardo ad Est”, tenutosi nel pomeriggio del 29 settembre scorso a Perugia nella sala dei Cesaroni presso la sede dalla Regione Umbria, è stato il libro “Santa Madre Russia. Putin e la presenza di Mosca nello scacchiere internazionale”, scritto dal giornalista e scrittore Fabrizio Di Ernesto che abbiamo intervistato, ponendogli le seguenti domande:
Per continuare a leggere e vedere il video cliccare qui —> http://agenziastampaitalia.it/speciali-asi/sguardo-ad-est-la-russia-le-sanzioni-e-i-rapporti-con-l-italia/35435-intervista-allo-scrittore-fabrizio-di-ernesto-autore-del-libro-santa-madre-russia
La vigilanza privata negli aeroporti. Prerogative e funzioni
Entrando in un aeroporto sarà capitato a tutti di vedere al finaco di Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri anche uomini della vigilanza privata. Loro compito è quello di assicurare la sicurezza nello scalo, ovviamente con prerogative diverse rispetto a quelle delle forze dell’ordine.
Per continuare a leggere cliccare qui —> https://www.safetysecuritymagazine.com/articoli/la-vigilanza-privata-negli-aeroporti-prerogative-funzioni/