A breve intervista esclusiva con S.E. Petr Burianek, Ambasciatore della Repubblica Ceca
Continuano le grandi interviste esclusive di Agenzia Stampa Italia con le quali offriamo ai nostri lettori la possibilità di conoscere paesi stranieri senza preconcetti e dalle parole che chi quei paesi li rappresenta in Italia.
In questa occasione abbiamo incontrato per voi Petr Burianek rappresentante diplomatico di Praga in Italia, un paese che sta vivendo un forte sviluppo economico e che, cosa poco nota, fino al 1939 rappresentava uno dei paesi più industrializzati di tutto il Vecchio continente.
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Mudroch & Mudroch in mostra a Roma
È stata inaugurata ieri, in concomitanza con la festa nazionale slovacca, la mostra Mudroch & Mudroch – Un dialogo mai avvenuto presso l’ambasciata della Repubblica di Slovacchia a Roma.
L’esposizione mette a confronto lo stile del padre e del figlio, due dei principali artisti della cultura slovacca contemporanea cercando di realizzare, come recita il titolo, quel dialogo artistico mai avvenuto dai due per ragioni anagrafiche, il padre, Jan, è infatti morto quando il figlio, Marian, era ancora uno studente dalle grandi potenzialità, Per rendere ancora più affascinante questo raffronto i curatori della mostra, hanno selezionato appositamente le opere di gioventù del padre con quelle del figlio realizzate nella maturità creando così un contrasto ancora più marcato tra le due anime artistiche, oltre che tra due epoche storiche.
Nonostante Jan sia stato una figura di spicco tra i coloristi più espressivi del modernismo slovacco, il pensiero lo stile di Marian hanno subito l’influenza di Vaclav Cigler, il suo maestro artistico; in età adulta ha poi abbracciato le strategie concettuali, il processo di de materializzazione dell’arte.
La mostra, organizzata dall’Istituto slovacco a Roma e curata dalla dottoressa Katarina Bajcurova, sarà aperta ai visitatori fino al prossimo 14 novembre, rappresenta sicuramente una buona occasione per aumentare la conoscenza della cultura slovacca attraverso due artisti che non sono hanno segnato i loro anni ma che rappresentano anche l’evolversi della cultura artistica non solo del loro paese ma dell’Europa.
Il Messico 204 anni dopo
La notte del 15 settembre 1810 il sacerdote Miguel Hidalgo y Costilla, insieme a Ignacio Allende e Juan Aldama, chiamò a raccolta il popolo per ribellarsi contro l’oppressiva autorità della Nuova Spagna. Quel giorno ebbe inizio la rivoluzione che portò alla nascita degli Stati uniti del Messico.
204 anni dopo quei fatti quello centroamericano è un paese in grande ascesa; attualmente Città del Messico rappresenta la 14sima economia mondiale, ha una delle popolazioni più giovani del mondo, l’età media è di 27 anni, ed il sistema scolastico locale continua a sformare ingegneri e tecnici specializzati.
Sotto la presidenza di Enrique Pena Neto il paese sta portando avanti una vasta opera riformatrice che ha portato a cambiamenti in oltre 10 settori della vita economia, sociale, politica e giudiziaria del nazione; l’ultima in ordine di tempo, ma non certo per importanza, quella relativa al comparto energetico che mira a sfruttare appieno le risorse del paese per continuare a far crescere l’economia messicana.
Da un paio di anni il paese indio-latino è impegnato nel progetto Mikta, dove si prepara a recitare un ruolo di primo piano guidando altre nazioni che stanno vivendo un periodo molto florido per l’economia.
Ciò che più colpisce dei messicani è poi il grande e smisurato amore che nutrono per la loro patria. A oltre due secoli dalla nascita del Messico tutti vedono nella rivoluzione di Hidalgo un grande momento di unificazioni, il cui ricordo e la cui importanza è da tramandare ai posteri, cosa che per esempio non avviene da noi dove sia il 25 aprile sia il 2 giugno appaiono feste di parte in una Italia che non ha una memoria condivisa.
L’Italia ha molto da imparare dal Messico, sotto molti punti di vista.
Sabeni: I write to overcome my shyness
We met young writer Irene Sabeni, author of the thriller Murderous Passion; a book which, thanks to word of mouth, is getting a good success despite being only available online. We talked with her about her novel, her idea of writing and her future plans.
First thing, who is Irene Sabeni?
I’m basically a shy girl, since birth. Shameful about everything, who always feels out of place. The Counselor social-analyst Daniela Policastri has helped me a lot in the last few years on this aspect; at first with sessions and later as a friend. In truth, before I met her, I did not even imagine I would be able to write, even though I did as a child. I wrote something like short stories or poems that unfortunately got lost over the years.
How did your love for reading started and what was the genesis of your first novel?
My love for reading starts with comic books to be honest. During high school age, I approached real book starting with Freud and going through totally different genres such as Mastronardi, De Marchi, Travaglio, John Grisham and Giobbe Covatta. What I do not like in particular are romance novels, after all I do read almost everything. My fist novel was born from my passion for psychology and criminology, and especially seeing many movies on these topics. I had Murderous Passion in my head since years ago and broadening my knowledge on certain criminological and sociological subjects, the book came to life.
How much autobiographical are your books?
There is something autobiographical, I cannot deny it. But I would not exactly say what in particular.
Which are your reference authors and other then thrillers, what other type of readings are you interested in?
Honestly, I have no reference author. As already mentioned I read various kinds but none of them influences what I write. I do add a few quotes, just because in some cases I do give a personal meaning in my books often different from the original.
Are you working on some other project?
Yes, I’m writing four other books. Next one will be a sequel of the first and its title will be “Until death.” Pertaining to the others, I would not foretell anything.
According to you what does it mean to be a writer?
Being a writer is basically for me the ability to express inner worlds and outer at the same time. In the novel, the characters are clearly abstract, but my empathizing in things that I have not experienced, makes them realistic although they do not exist.
Review: Murderous Passion by Irene Sabeni
There are thrillers that bore the reader and force him to stop reading midway; there are others who keep him glued to the text from first page to last.
Definitely falls into this second species Murderous Passion, book of debut for young Irene Sabeni. A strong characters psychological thriller, the recounted story articulates on several levels; the criminal, the loving and the friendship that interweave one each other and on more than one occasion floor the reader with a series of coup de theatre worthy of the best authors of this genre.
Everything revolves around the figures of Guido, the criminal, and Daniel, the policeman, who grew up together and after having lost each other traces, they met again years later on opposite sides with everything that goes with it, up to an ending that seems to come too soon, and that, as in the best tradition of a thriller, will be unexpected.
All along thriller is utilized by writers to talk about other than the story, even Sabeni respects this cliché and chooses to deal with a strong and inconvenient theme such as pedophilia and the strange plot that this disease seems to have with the clergy , in a way that the text develops two parallel stories in one.
The young Roman author, in her work, has the merit of outlining a complete and accurate psychological profile of all the main characters of this book without ever trivialize or minimize those details critical to the story.
Love and Psyche, Eros and Thanatos are intertwined in all pages where there are fallen angels and repented devils in a succession of emotions and twists that on more than one occasion will bring the reader to review the convictions previously acquired, also following a kind of characters interior improvement or worsening.
As mentioned above, for the author, this is “my book” so in a few occasions writing appeared to be “softened” by some excessive gleanings, in various passages, the story seems a little to forced and looking for the coup de theatre. All obstacles that in the next book could be already easily overcome because unlike many others, Sabeni understood how a thriller should be written.
L’India corteggia le imprese giapponesi
Nonostante i gravi problemi civili e sociali del paese l’India vuole accrescere il suo peso all’interno dell’economia globale, tanto che ora sogna di fare le scarpe al Giappone, o quanto meno portargli via le aziende migliori.
In un recente summit tra Nuova Delhi e Tokyo il premier indiano Narendra Modi ha infatti apertamente invitato le imprese nipponico a venire ad investire nel suo paese promettendo un trattamento di favore, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto burocratico della gestione d’impresa. Nei cinque giorni trascorsi in Giappone il politico indiano ha infatti definito la sua nazione “la migliore destinazione possibile per gli investitori” snocciolando i dati su un paese in continua crescita, perfino migliori rispetto alle già rosee attese, ed il grande mercato interno enunciando la politica delle tre D: democrazia, demografia e domanda.
Le parole di Modi hanno colpito nel segno tanto che al suo ritorno aveva già da esaminare un nutrito pacchetto di progetti di investimento del valore di svariati miliardi di dollari.
I due paesi, anche grazie al rapporto di stima ed amicizia tra Modi e Abe, sono da tempo legati in numerose cooperazioni con l’India che sta sfruttando le possibilità offerte da questa relazione per vincere la piaga della povertà diffusa nel suo paese, anche se la strada appare ancora in salita. Certo, i due paesi presentano caratteristiche che li situano ai due poli opposti: tanto l’India ha città caotiche, economia emergente e popolazione giovane, quanto il Giappone presenta città immacolate, popolazione sempre più vecchia e un’economia matura. Ma quando si tratta di fare affari e far crescere l’economia questi sono tutti dettagli trascurabili.
L’unico freno a questa intesa potrebbero essere i rapporti commerciali in essere tra Nuova Delhi e Pechino, soprattutto alla luce dei contrasti politici tra Cina e Giappone, ma la storia recente ci insegna che quando ci sono in ballo interessi economici tutto passa in secondo piano.
L’Ungheria crea società no profit per i servizi pubblici
Nell’anti sociale Unione europea l’Ungheria continua a rappresentare un vero e proprio unicum dove il premier Viktor Orban continua a varare politiche economiche e di welfare in favore dei suoi concittadini.
L’ultima trovate, in ordine di tempo, ha per oggetto il comparto energetico e tutti gli altri servizi pubblici forniti dallo Stato. In un epoca di liberalizzazioni selvagge e privatizzazioni in favore dei soliti noti il capo del governo magiaro ha deciso la creazione di una holding statale per la gestione unificata di tutte le utilities: luce, gas, trasporti pubblici, riscaldamento abitativo, e altri servizi minori. La notizia, già di per sé rivoluzionaria per i tempi, è ancora più sorprendente se si considera che questa nuova società sarà totalmente No profit, ovvero fornirà i servizi senza lucrarci sopra con tasse e balzelli vari, quelli per intenderci che pesano quasi il 50% sulla nostre bollette.
Al progetto lavoreranno esponenti del governo, ovvero i ministri della Giustizia, dello Sviluppo e degli Interni, ed i rappresentanti delle compagnie statali di elettricità, gas e riscaldamento centralizzato.
I diritti di proprietà e i poteri regolatori sull’holding saranno esercitato dal responsabile dell’ufficio del primo ministro. Tempo due settimane ed il progetto pilota dovrebbe essere pronto, anche se le norme anti trust di Bruxelles potrebbero complicare il progetto di Orban.
Oggi intanto, I settembre, gli ungheresi beneficeranno del terzo taglio delle bollette dopo quelli, rispettivamente del 20 e del 10%, effettuati dall’inizio dell’anno. La nuova riduzione dovrebbe sfiorare il 6%, i tagli non riguarderanno solo le abitazioni ma ne beneficeranno anche le aziende.
Come detto problemi ad Orban potrebbero giungere dalla Ue anche se fino ad oggi il presidente del Consiglio di Budapest ha sempre anteposto gli interessi del suo paese a quello di forze esterne tanto che prima a sistemato i conti con il Fondo monetario internazionale quindi ha ripreso il controllo della Banca di Stato estromettendo la Bce; tutte misure che hanno permesso all’Ungheria di mantenere la propria divisa nazionale, il fiorino, e quindi può permettersi ancora politiche sociali.