Allargamento Nato: cresce la tensione tra Mosca e Washington
Si è svolto mercoledì un vertice tra i ministri degli esteri della Nato che hanno approvato una serie di misure di sostegno per rafforzare le capacità di difesa dell’Ucraina in settori quali la logistica, le comunicazioni informatiche, di comando e controllo.
Al termine del vertice Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, ha invitato la Russia a fermare il suo sostegno ai miliziani che operano in Ucraina ponendo fine all’invio di armi nel paese a braccio loro.
Sempre mercoledì la Camera alta del Parlamento russo, su richiesta del presidente Vladimir Putin, ha annullato risoluzione che permetteva l’uso della forza in Ucraina dopo che Kiev ha dichiarato il cessate il fuoco con i separatisti filo-russi.
In merito all’Alleanza atlantica da segnalare che si è parlato anche del prossimo allargamento della Nato con Montenegro e Georgia che, nonostante le obiezioni russe, appaiono sempre più vicine all’ingresso nella più longeva alleanza militare della storia. Mosca ovviamente ha accolto con disappunto la decisione vedendo, non a torno, nella spinta verso est, una minaccia verso i propri interessi e la propria sicurezza.
Rasmussen però ha preferito tenere alti toni ribadendo che nessun paese terzo può opporsi ad un sempre più probabile allargamento della Nato che potrebbe avvenire, o quanto meno calendarizzato, nel summit in programma in Gallese a settembre.
A giocare, secondo fonti della stampa Usa, in favore della Russia, però alcuni stati europei membri della Nato che vedono in ogni nuovo allargamento o espansione verso est un’inutile minaccia verso la Mosca e che temono ritorsioni sulla fornitura del gas russo.
La tensione tra le due potenze rimane sempre alta e il summit di settembre potrebbe avere delle conseguenze nei rapporti diplomatici tra le due parti.
Piccola intervista per Irib
Piccola intervista concessa all’Irib sul ruolo della base Usa di Sigonella e sulle possibili conseguenze della crisi ucraina sulla Nato in Europa.
Per ascoltarla cliccare qui —> http://italian.irib.ir/analisi/interviste/item/162005-fabrizio-di-ernesto-all%E2%80%99irib-riposizionamente-forza-aerea-americana-a-sigonella-per-affrontare-emergenza-iraq
La tensione tra Usa e Russia si sposta nei cieli
Bombardieri russi hanno volato vicino alla Alaska e in California questa settimana, spingendo la US Air Force a far decollare aerei da combattimento; questa la pesante accusa lanciata dal Norad, il comando di difesa spaziale nord americana, una struttura con sede in Colorado che comprende militari di Washington e Canadesi.
Stando a quanto riferito dai vertici militari statunitensi il primo episodio si sarebbe verificato lunedì scorso alle 4:30 a largo del Pacifico nell’Adiz degli Usa. L’Adiz, per la cronaca è una zona in cui sono tenuti a rimanere gli aeromobili stranieri prima di identificarsi presso la nazione nel cui spazio aereo si stanno avvicinando. Il North American Adiz si estende per 200 miglia al largo coste della regione. Secondo il diritto internazionale, gli aerei militari stranieri non sono autorizzati a entrare nello spazio aereo sovrano di un’altra nazione senza permesso, ma solo transitare nell’Adiz.
In quell’occasione quattro bombardieri russi a lungo raggio Tu-95 Bear-H sarebbero entrati nella parte esterna della difesa aerea di zona North American sul cielo dell’Alaska.
Da parte sua l’amministrazione statunitense avrebbe risposto facendo alzare in volo due jet F-22 da combattimento; i velivoli a stelle e strisce avrebbero identificato visivamente il velivolo russo e pedinato fino alla sua uscita dal cielo dell’Alaska
Il secondo episodio si sarebbe verificato sempre lunedì verso le 9:30 quando due aerei da guerra russi Tu-95s, velivoli in grado di trasportare armi nucleari, sono stati intercettati a 50 miglia al largo della costa della California.
Fonti del Pentagono hanno comunque fatto sapere che i piloti russi si sono comportati in modo professionale, e che non è stata intrapresa nessuna attività capace di mettere a rischio la sicurezza reciproca.
Se il Cremlino, per il momento, ha preferito non commentare la notizia Washington ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche facendo sapere che, specie in questo periodo dell’anno, non è insolito per gli aeri russi avvicinarsi al cielo americano, visto che fa parte dell’addestramento militare, puntualizzando però che è abbastanza insolito spingersi così vicino allo spazio aere di pertinenza del Norad.
La tensione tra Russia e Usa, anche a causa della recente crisi ucraina, quindi continua a salire, anche se per il momento non ha ancora raggiunto i livelli della guerra fredda.
I grandi piani della Nato per l’Europa
Dopo la crisi ucraina e il prepotente ritorno della Russia come potenza egemone dell’est la Nato corre ai ripari ed a breve, probabilmente nel prossimo vertice di settembre in Galles, presenterà un piano, a lungo termine, per aumentare la preparazione militare della Nato, anche se su alcuni dettagli politici ci sarebbe ancora molo da discutere tra le parti interessate.
Obama nei giorni scorsi è stato chiaro “serve un altro miliardo per finanziare nuove truppe in Europa per aumentare la prontezza dei soldati e aumentare la sicurezza degli alleati”, parole pronunciate in Polonia e che hanno ovviamente avuto l’effetto sperato a Varsavia, paese che storicamente guarda a Mosca con diffidenza.
Nelle intenzioni della casa Bianca il rafforzamento dell’Alleanza atlantica nel Vecchio continente è finalizzato alla lotta al terrorismo, alla pirateria e alla criminalità informatica, e come ribadito dal segretario generale Rasmussen ogni paese dovrà adattarsi alle nuove disposizioni.
Durante la due giorni di colloqui con i ministri della Difesa a Bruxelles Rassmussen ha manifestato la necessità di riformare l’alleanza rendendola più veloce e flessibile, opzioni già sul tavolo della stanza ovale ma rese ora più urgenti dai fatti ucraini.
A settembre al centro di dibattito ci sarà sicuramente l’Ucraina anche se si parlerà anche della missione post-combattimenti da allestire in Afghanistan.
A complicare i piani di Obama però potrebbe esserci, ancora una volta, la crisi economica, che potrebbe obbligare più di un paese a spendere meno del necessario e costringere gli usa ad un esborso extra per garantire il funzionamento della Nato e tutelare gli interessi Usa nel mondo; il primo mandatario di Washington cercherà di convincere il Congresso ad aprire i cordoni della borsa facendo leva sulla nuova instabilità della regione caucasica e parlando della necessità di coinvolgere i partner europei nelle responsabilità.
La Polonia, che è stato in prima linea di quelle nazioni che richiedono una risposta più forte in Russia, dovrebbe accogliere senza problemi la richiesta di Obama di nuovi finanziamenti per questa difesa supplementare, ma non tutti i suoi partner condividono il senso di urgenza di Varsavia quando si tratta di Russia, anche perché Mosca per ritorsione potrebbe togliere il gas a mezza Europa.
Gli Usa rischiano di ritrovarsi soli, o con alleati non proprio di primo piano in questo nuovo progetto.